Farà la sua comparsa nelle migliori librerie italiane intorno a metà novembre il Dvd Terra Sancta. Custodi delle sorgenti della Salvezza, commissionato dai frati minori della Custodia di Terra Santa ai confratelli dell'Antoniano di Bologna. Abbiamo chiesto al direttore dell'Antoniano, fra Alessandro Caspoli, di raccontarci come si è sviluppato questo progetto. «L'idea è nata nell'ottobre 2004 - ci spiega -. Tra il 2005 e il 2006 abbiamo lavorato in Israele e Giordania per 40 giorni con una troupe di cinque persone. Ricordo con particolare emozione le riprese notturne all'interno del Santo Sepolcro». Non meno impegnativa la fase successiva alle riprese, che ha permesso di offrire un prodotto multimediale in dieci lingue.
(g.s.) – Farà la sua comparsa nelle migliori librerie italiane – cattoliche e laiche – intorno a metà novembre il Dvd Terra Sancta. Custodi delle sorgenti della Salvezza, commissionato dai frati minori della Custodia di Terra Santa ai confratelli dell’Antoniano di Bologna.
Abbiamo chiesto al direttore dell’Antoniano, fra Alessandro Caspoli, di raccontarci come è nato e si è sviluppato questo progetto.
«Tutto è cominciato nell’ottobre 2004, quando proposi al Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, la realizzazione di un Dvd per presentare il lavoro dei francescani della Custodia. L’idea ha preso corpo con la creazione di un piccolo gruppo di frati incaricato di dare una fisionomia precisa al progetto. Tra questi fra Stefano De Luca, che con me ha seguito poi tutta la lavorazione».
«Per ottenere il prodotto che oggi consegniamo al pubblico – spiega fra Caspoli – il centro di produzione dell’Antoniano è stato impegnato per più di un anno: 40 giorni di ripresa, in Israele e Giordania, nel periodo compreso tra luglio 2005 e aprile 2006. Nel corso di quattro viaggi in Terra Santa, con una troupe di cinque persone, abbiamo realizzato 54 ore di girato, a cui si sono aggiunte altre 23 ore di materiali già disponibili negli archivi dell’Antoniano».
Preziosa, riconosce il direttore dell’Antoniano, la collaborazione dei docenti dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme. «Con uno di loro, padre Michele Piccirillo, abbiamo realizzato le riprese aeree volando in elicottero sopra la Galilea». Ragioni di sicurezza hanno impedito il sorvolo di Gerusalemme e dei Territori palestinesi, ragion per cui le immagini aeree di queste aree non sono originali.
Per girare alcune riprese gli operatori dell’Antoniano hanno dovuto alzarsi prestissimo la mattina, per inseguire particolari condizioni di luce – come sul Monte Tabor – o evitare le masse di pellegrini che durante la Settimana Santa affollano Gerusalemme. Fra Alessandro ricorda con particolare emozione le riprese notturne all’interno del Santo Sepolcro.
Non meno impegnativa la fase della post-produzione, che ha permesso di ottenere un prodotto fruibile in dieci lingue (arabo, ebraico, croato, francese, inglese, italiano, polacco, portoghese, spagnolo e tedesco), anche se la versione commercializzata in Italia non include il croato e l’ebraico.
Sempre rimanendo in tema di colonna sonora, la sigla di testa è il Salmo 121 eseguito nelle due lingue oggi più parlate in Terra Santa. La parte in arabo è cantata dalla voce solista dell’iraniana Sepideh Raissadat, la parte in ebraico dal Piccolo coro Mariele Ventre dell’Antoniano, diretto da Sabrina Simoni.