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Le rovine dell'antico villaggio sono oggi ben conservate all'interno di un parco nazionale israeliano. Ci permettono di toccare con mano come si viveva nella Galilea dei tempi di Gesù.

Corazin, la città dei duri di cuore

02/10/2007  |  Milano
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Corazin, la città dei duri di cuore
Il parco archeologico di Corazin, in Galilea. (foto C. Tamagno)

«Guai a te Corazin! Guai a te Betsaida. Perché se a Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere» (Mt 11,21).

La maledizione di Gesù ha un’indicazione topografica molto precisa, riferita a quelli che dovevano essere villaggi da lui frequentati, dove vengono compiuti guarigioni e altri segni portentosi, nonostante l’indifferenza e l’incredulità della gente… Non sappiamo quale sorte toccò realmente alla gente di Corazin, ma oggi è possibile entrare in quel villaggio, seminascosto, ma facilmente raggiungibile lungo la strada che sale in direzione nord dal lago di Tiberiade.

Pochi chilometri e ci si imbatte in un’area di circa 10 ettari, oggi Parco nazionale d’Israele, in cui è possibile addentrarsi e scoprire le rovine dell’antico villaggio citato nel Vangelo. Ogni costruzione è scolpita nel duro basalto, pietra nera di origine vulcanica, disponibile in grande quantità in questa zona soggetta anticamente ad eruzioni causate dai movimenti della crosta terrestre  lungo la faglia geologica che scende dai monti del Golan. Una pietra particolarmente difficile da tagliare e da lavorare, eppure oggi si possono ammirare le testimonianze di un’abile arte che a Corazin modellò archi, colonne, capitelli, attrezzi agricoli… 

Interessante visitare quel che resta dell’antica sinagoga il cui arco di ingresso riccamente istoriato guarda Gerusalemme. Ancora in ottimo stato il trono dei dignitari all’ingresso e le decorazioni delle colonne, che presentano motivi ellenistici, floreali o mitologici, come le Gorgonie. Un sistema a dodici colonne, dal chiaro significato simbolico e con finestre sulle parti alte delle pareti per meglio lasciar filtrare la luce e facilitare l’areazione.

La sommità della collina su cui si estende il villaggio era probabilmente riservata al culto, forse al bagno rituale; poco distante invece c’erano le aree produttive e dei magazzini (si notano subito le macine per la spremitura dell’olio).

Particolarmente suggestive sono le case del villaggio di Corazin, risalenti al I secolo: una piccola entrata introduce all’area abitativa, articolata in più ambienti separati da un sistema di arcate interne. È possibile immaginare la zona dedicata alla cucina, alla dispensa, alle stanze per la notte, ai bagni per la purificazione…

Sostare in queste antichissime dimore del tempo di Gesù è sentirsi ospiti di una casa che il tempo ha risparmiato e che  in qualche modo ci appartiene.

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