Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Palestinesi. Uniti quando?

24/09/2007  |  Milano
email whatsapp whatsapp facebook twitter versione stampabile
Palestinesi. Uniti quando?
Da sinistra, il primo ministro palestinese Ismail Haniyeh e il presidente Mahmoud Abbas (meglio noto come Abu Mazen).

La spaccatura tra Fatah e Hamas è destinata a durare? È la domanda delle domande da qualche mese in Medio Oriente. D'altronde è chiaro a molti che non si può andare alla conferenza di Washington (il vertice voluto per novembre dall'amministrazione Bush) senza fare i conti con Gaza. Da questo punto di vista molto interessante è l'analisi proposta oggi sul quotidiano libanese The Daily Star da George Giacaman, analista palestinese e docente all'Università di Bir Zeit. Eccovela in sintesi.


La spaccatura tra Fatah e Hamas è destinata a durare? È la domanda delle domande da qualche mese in Medio Oriente. E gli sviluppi degli ultimi giorni in Israele – dal provvedimento del governo Olmert che ha dichiarato Gaza «entità ostile» all’appello che oggi un gruppo di intellettuali tra cui David Grossman, Amos Oz e Avraham B. Yehoshua lancia per un cessate il fuoco con Hamas – non fanno che confermarlo: non si può andare alla conferenza di Washington (il vertice voluto per novembre dall’amministrazione Bush) senza fare i conti con Gaza. Da questo punto di vista molto interessante è l’analisi proposta oggi sul quotidiano libanese The Daily Star da George Giacaman, analista palestinese e docente all’Università di Bir Zeit. Giacaman dice in sostanza tre cose:

– Fatah e Hamas dovranno arrivare a un accordo, perché nessun palestinese potrebbe mai accettare uno Stato palestinese senza Gaza.

– Hamas – che rinchiusa a Gaza oggi si trova in una situazione di difficoltà – sta già cercando di scendere a patti con Fatah; segnali in questo senso sono stati già fatti arrivare ad Abu Mazen.

– Abu Mazen per ora rifiuta. Ma questo non vuole affatto dire che non capisca come un accordo interpalestinese sia un passaggio inevitabile. Semplicemente ha rinviato la questione: vorrebbe prima arrivare ad avere in mano un impegno di Israele e della comunità internazionale sullo status finale dello Stato palestinese. Per poi – scommettendo sul sostegno dell’opinione pubblica palestinese – trattare con Hamas da una posizione di forza.

È una chiave di lettura che varrà la pena di tenere in mente nelle prossime settimane, che si preannunciano decisive per il tentativo di mediazione condotto dal segretario di Stato Usa Condoleezza Rice.

Clicca qui per leggere l’articolo di The Daily Star

La voce di un silenzio sottile
Johannes Maria Schwarz

La voce di un silenzio sottile

Un cercatore di Dio racconta
Il giardino segreto
Roberta Russo

Il giardino segreto

L’Albero del Natale e gli altri simboli della tradizione
David Maria Turoldo
Mario Lancisi

David Maria Turoldo

Vita di un poeta ribelle