Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Maroniti, una storia di fede e di cultura

Edoardo Arborio Mella
10 settembre 2007
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Una Chiesa di Terra Santa, forse nota in Europa più come soggetto politico che come comunità cristiana, è la Chiesa maronita, presente soprattutto in Libano e portatrice di un’antica tradizione di fede, di cultura e di lotta.

La Chiesa prende nome da Marone, santo eremita sul quale Teodoreto di Cirro ci dà una breve notizia (Storia filotea 16). Egli visse nella Siria occidentale praticando una severa ascesi; fu dotato di doni di paternità spirituale e di poteri taumaturgici, e la sua fama si estese largamente. Molti santi locali furono suoi discepoli. Alla sua morte, avvenuta attorno al 410, ebbe luogo una colluttazione fra gli abitanti dei dintorni per il possesso della salma. I vincitori costruirono sul sepolcro un santuario che divenne luogo di pellegrinaggio. Sappiamo inoltre che Giovanni Crisostomo dal suo esilio gli scrisse un’affettuosa lettera (Lettera 36), rammaricandosi di non potergli scrivere più spesso a causa delle restrizioni cui era soggetto.

Vicino o attorno alla tomba del santo sorse un monastero a lui intitolato, popolato per secoli da centinaia di monaci e con autorità sui monasteri vicini. Gli abitanti del circondario, contadini di cultura semitica e con scarse simpatie per le popolazioni ellenizzate delle città, vi si legarono per le loro necessità spirituali.

Fra il 609 e il 614 i persiani occuparono la Siria-Palestina mentre l’impero bizantino signore della regione si dibatteva in feroci lotte intestine. Subito dopo giunsero gli arabi musulmani. Le popolazioni soffrivano per gli uni e per gli altri. La Chiesa locale rimase di fatto acefala, con dei patriarchi titolari di Antiochia ma viventi al sicuro a Costantinopoli. Dal 702 fino almeno al 742 non fu più neppure eletto un patriarca. Molti cristiani cominciarono a spostarsi verso sud, sulle montagne del Libano, in cerca di maggior protezione. È in quest’epoca che le comunità di cui ci occupiamo, brandelli di una Chiesa disgregata, si organizzarono in modo autonomo: cominciò a strutturarsi quella che sarebbe divenuta la Chiesa maronita. Ciò avvenne forse verso la fine del sec.VII, e una tradizione tardiva indica come primo capo di questa chiesa, con il titolo di patriarca, un Giovanni Marone. Vi sarebbero dunque due santi di nome Marone: il grande eremita dei secoli IV-V e un ipotetico patriarca fondatore nei secoli VII-VIII.

Certo è che quando a metà del secolo VIII un patriarca bizantino fu restaurato nella sua sede di Antiochia, i maroniti, ormai gelosi della loro libertà, gli rifiutarono l’obbedienza. Si ebbero così due Chiese parallele: cui bisogna aggiungere come terza la Chiesa siriaca, prima combattuta dai bizantini ma favorita ora dai musulmani. Nel secolo IX il patriarca dei maroniti aveva come quello bizantino il titolo di Antiochia, ed era assistito da un sinodo di vescovi. Le continue guerre accentuarono il movimento della popolazione verso la montagna libanese, ove la Chiesa maronita fu impegnata a difendersi e a sopravvivere. In particolare essa vide nel regno crociato un alleato prezioso, sì che nel 1181 fece atto di sottomissione al Papa di Roma. Da allora fa parte a pieno titolo della Chiesa cattolica, pur conservando la sua impronta siriaca e la lingua aramaica nella liturgia. Pur indebolita dai massacri del sec. XIX, dalle traversie dei decenni successivi e dall’emigrazione, conta oggi ventitrè diocesi, di cui diciassette nel Medio Oriente: di queste ultime due sono in Siria, una in Israele (Haifa), una in Egitto e una a Cipro.

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