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Il Ramadan in tivù

13/09/2007  |  Milano
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Inizia il mese di Ramadan. Periodo che forse oggi varrebbe la pena di imparare a conoscere andando un po' oltre lo stereotipo del musulmano che di giorno non mangia e alla sera si ritrova a fare festa in famiglia. Una prospettiva interessante ce la offre oggi un articolo pubblicato sul quotidiano saudita Arab News. Che si concentra sul Ramadan inteso come stagione televisiva. Perché - spiega Abeer Mishkhas - il mese sacro è una vera e propria stagione a sé per il piccolo schermo nei Paesi musulmani.


Inizia il mese di Ramadan. Periodo che forse oggi varrebbe la pena di imparare a conoscere andando un po’ oltre lo stereotipo del musulmano che di giorno non mangia e alla sera si ritrova a fare festa in famiglia.

Una prospettiva interessante ce la offre oggi un articolo pubblicato sul quotidiano saudita Arab News. Che si concentra sul Ramadan inteso come stagione televisiva. Perché – spiega Abeer Mishkhas – il mese sacro è una vera e propria stagione a sé per il piccolo schermo nei Paesi musulmani. E in questi ultimi anni è diventato sempre di più anche l’occasione per porre all’attenzione questioni politiche e sociali che hanno a che fare con l’islam. Con alcune operazioni anche coraggiose, da cui sono nati scontri al calor bianco. Con gli islamisti che in più di un’occasione sono riusciti a far chiudere – anche attraverso vere e proprie minacce – un determinato programma.

Mishkhas cita il caso di The road to Kabul, che poneva il problema del terrorismo di al Qaida in Afghanistan. O una spregiudicata sit-com saudita – Tash ma Tash – che prende di mira non solo i giornali o la società saudita, ma anche ciò che succede in moschea. Dopo le minacce ricevute, la rete televisiva che la trasmetteva ha deciso di spostarla sul satellite. Anche la rete televisiva libanese Lbc – per lo stesso motivo – ha scelto di cancellare Mousa’s Sisters, un’altra serie «scomoda» che intendeva parlare delle violenze subite dalle donne. Lancia dunque principalmente un allarme Abeer Mishkhas. Ma il fatto stesso che lo faccia apertamente sulle colonne di un giornale saudita e parlando di iniziative che sono nate all’interno del mondo arabo, è un dato estremamente interessante. Anche il Ramadan è già oggi occasione per dibattiti coraggiosi.

È bene tenerlo presente mentre si spendono fiumi di parole al vento su islam e democrazia.

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