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Tra i cristiani di Gaza grande paura e tensione

19/06/2007  |  Gerusalemme
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Tra i cristiani di Gaza grande paura e tensione
Padre Ibrahim Faltas, a Gerusalemme, con un religioso musulmano.

Le notizie che giungono da Gaza dicono di una situazione ancora tesa. Nella Striscia di Gaza, ormai nelle mani dei militanti fondamentalisti di Hamas, sopravvive una piccola comunità cristiana, dispersa nel mare magnum di oltre un milione e mezzo di musulmani. Nella situazione attuale, ci sono pericoli per la comunità cristiane e per le opere della Chiesa? Lo abbiamo chiesto a padre Ibrahim Faltas, parroco di San Salvatore a Gerusalemme e incaricato della Custodia di Terra Santa per i rapporti con l'Autorità Nazionale Palestinese. Il religioso francescano ci conferma che bande di giovani estremisti mirano a guastare con la violenza la pacifica convivenza tra cristiani e musulmani.


Le notizie che giungono da Gaza dicono di una situazione ancora tesa. La furia della prima metà di giugno ha lasciato pesanti strascichi in termini di vite umane, oltre ad aver segnato in maniera probabilmente irreparabile la rottura dei rapporti tra Hamas e Fatah, le due principali fazioni palestinesi. Nella Striscia di Gaza, ormai nelle mani dei militanti fondamentalisti di Hamas, sopravvive una piccola comunità cristiana, dispersa nel mare magnum di oltre un milione e mezzo di musulmani.

Nella situazione attuale, ci sono pericoli per la comunità cristiane e per le opere della Chiesa? Lo abbiamo chiesto a padre Ibrahim Faltas, parroco di San Salvatore a Gerusalemme e incaricato della Custodia di Terra Santa per i rapporti con l’Autorità Nazionale Palestinese. Il religioso francescano, noto in tutto il mondo per i fatti legati all’assedio della basilica della Natività di Betlemme nell’aprile 2002, sta seguendo in presa diretta e non senza apprensione l’evolversi della situazione a Gaza. 

Padre Faltas, ci sono rischi per i cristiani di Gaza?
La situazione è ancora molto tesa. Il caos in città ha determinato una totale assenza di controllo da parte delle autorità. Come conseguenza ci sono stati atti di vandalismo gratuito. La comunità cristiana di Gaza è formata da cinquemila persone, di cui 200 fedeli della Chiesa latina guidati da padre Manuel Musallam. Il clima è di grande paura e tensione. Dai cristiani locali sia gli esponenti di Hamas che gli esponenti di Fatah sono sempre stati visti come fratelli e sorelle di un unico popolo palestinese. Fino a pochi giorni fa a Gaza si sperimentava grande tolleranza. Nelle ultime ore, però, si sono verificati episodi nuovi e inauditi. I cristiani hanno subìto attacchi da parte di alcune bande di giovani estremisti, che vogliono interrompere l’esperienza di pacifica convivenza che c’è stata finora tra la comunità cristiana e i musulmani all’interno della Striscia di Gaza. 

Dentro la Striscia operano anche alcuni istituti di suore… Il  loro impegno, specie nella scuola, è in pericolo?
All’interno della striscia di Gaza, operano a livello scolastico diversi istituti di suore: le Suore del Rosario, le francescane minime del Sacro Cuore di Gesù, le suore di Madre Teresa di Calcutta. Oggi le scuole sono chiuse, pertanto sono rimaste a Gaza solo le suore di Madre Teresa. Nei giorni scorsi però, la scuola delle Suore del Rosario è stata oggetto di gravissimi atti vandalici. Giovani fondamentalisti hanno distrutto la cappella all’interno dell’istituto, hanno oltraggiato il crocifisso e la Bibbia, incendiando i locali e rubando tutti i computer delle aule di informatica, degli uffici e degli archivi degli iscritti. Un episodio così grave non era mai accaduto, anche perché le istituzioni scolastiche cristiane accolgono non solo i cristiani, ma anche i musulmani. Alla ripresa dell’anno scolastico la scuola dovrà fare i conti con questi danni… Gli esponenti governativi di Hamas e di Fatah hanno condannato gli atti vandalici e si sono fatti a carico tutte le spese relative alla ristrutturazione della scuola e dei i danni subiti. Ma in ogni caso l’episodio resta un segnale molto preoccupante. 

La Chiesa
di Terra Santa ha espresso la sua preoccupazione per la situazione nella Striscia di Gaza. Non c’è il rischio che la guerra civile si estenda anche in altre zone?
Mentre vi parlo la situazione all’interno dell’Autonomia palestinese è calma. Non penso che il contagio di Gaza si possa estendere in altre zone. Le comunità cristiane che ho avuto occasione di sentire nell’arco di questa mattina mi hanno riferito che la situazione è tranquilla. L’auspicio è che con il nuovo governo varato dal presidente Abu Mazen si giunga finalmente a una intesa stabile e duratura.

Le esplosioni di violenza – a Gaza come in Libano – rischiano di danneggiare ancora una volta i pellegrinaggi alla vigilia del periodo di maggior affluenza…
Mi auguro di non rivedere le situazioni vissute l’anno scorso. Qui in Terra Santa tutto è tranquillo, i percorsi dei pellegrini sono sicuri, non abbiate paura a venire. Anzi abbiamo bisogno della vostra presenza qui in Terra Santa. Gerusalemme e tutta la terra di Gesù hanno bisogno della testimonianza  di pace che i pellegrini sanno offrire.

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