Si sono conclusi l'11 giugno, a Betlemme, i lavori del Capitolo intermedio della Custodia di Terra Santa, che s'erano aperti il giorno 3. I 47 membri del capitolo hanno esaminato tutte le questioni nodali per la presenza francescana nella regione mediorientale e hanno provveduto ad emendare, per renderli meglio corrispondenti all'attualità, alcuni articoli degli statuti della Custodia. L'assemblea ha eletto inoltre i membri del consiglio che assisteranno il padre Custode per il prossimo triennio, e ricevuto la visita del delegato apostolico e del patriarca latino di Gerusalemme. Prima di sciogliersi il Capitolo ha voluto rendere pubblico un messaggio che vi riproponiamo integralmente.
Si sono conclusi ieri, 11 giugno, a Betlemme i lavori del capitolo della Custodia di Terra Santa che s’erano aperti il giorno 3. L’assemblea era stata convocata, a tre anni dall’elezione dell’attuale padre Custode, per riflettere sulla vita della comunità e individuare le vie migliori per rendere più viva ed efficace la missione dei francescani in Terra Santa. Vi hanno preso parte 47 frati minori, in rappresentanza dei 300 confratelli della Custodia.
I membri del capitolo hanno esaminato le questioni alla luce del discorso d’apertura del Custode, fra Pierbattista Pizzaballa, e di altre cinque relazioni dedicate rispettivamente alla formazione e agli studi, alla evangelizzazione, alle scuole gestite dalla Custodia, ai santuari nei Luoghi Santi e all’andamento economico.
Sono inoltre stati aggiornati ed emendati, per renderli meglio corrispondenti all’attualità, alcuni articoli e norme degli statuti della Custodia.
I frati radunati a Betlemme hanno anche ricevuto le visite del rappresentante del Papa a Gerusalemme, il delegato apostolico Antonio Franco, e del patriarca latino Michel Sabbah, accompagnato dal suo vescovo coadiutore Fouad Twal. I tre vescovi hanno condiviso con i frati le loro riflessioni pastorali sulle sfide poste alla presenza e alla testimonianza dei cristiani in Terra Santa oggi.
Prima di concludersi, il capitolo ha eletto i membri del discretorio, cioè il consiglio che, insieme con il vicario custodiale, assiste il Custode nelle decisioni relative alla vita quotidiana della Custodia. I sei eletti per il prossimo triennio sono fra Gregor Geiger (tedesco), fra Athanasius Macora (statunitense), fra Noel Muscat (maltese), fra Rachid Mistrih (siriano), fra Dobromir Jasztal (polacco) e fra Nicolàs Marquéz (messicano) che, in una comunità internazionale come quella dei frati minori in Terra Santa, rappresentano i vari gruppi nazionali e linguistici.
Nel tornare alle loro occupazioni consuete i padri capitolari hanno voluto rendere pubblico il seguente messaggio:
I Frati Minori della Custodia di Terra Santa riuniti in Capitolo presso la Grotta della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo in Betlemme, a distanza di quaranta anni dalla guerra del giugno 1967, constatano con rammarico che anche oggi la pace non regna in Terra Santa, la quale rimane lacerata dal conflitto che divide e oppone l’uno all’altro i suoi due popoli.
Trovandoci proprio in questi giorni qui a Betlemme, ci è doveroso ricordare la costante vicinanza dei Frati Minori alla provata popolazione civile di questa città natale di Nostro Signore Gesù Cristo, come pure a quella di Gerusalemme e di altre città nella regione. Vicinanza dimostrata in modo particolare durante la guerra, di cui ricorre ora questo triste quarantesimo anniversario, quando i Frati accoglievano i civili impauriti e bisognosi all’interno dei propri ambienti, li soccorrevano e li dissuadevano dal lasciare Betlemme. Tale solidarietà non è mai mancata neppure successivamente, ed infatti viene manifestata con vigore ed efficacia anche nell’attuale fase singolarmente difficile.
Gli stessi Frati Minori hanno anch’essi sperimentato in prima persona i pericoli inerenti alla situazione bellica – sia quarant’anni or sono che cinque anni fa’, quando resistevano con eroica fedeltà alle pressioni di abbandonare il Luogo Santo della Natività ed invece ne difesero strenuamente il più profondo significato per tutta l’umanità.
«Testimoni della Speranza», e chiamati ad essere «artefici di riconciliazione e di pace», rinnoviamo presso questo Luogo Santo, il nostro proposito di fedeltà alla missione affidataci dalla Chiesa di custodirlo e di proclamare e diffonderne il salvifico messaggio, ma nello stesso tempo, ed inscindibilmente, anche il nostro proposito di perseverante prossimità ai cittadini betlemitani.
Da Betlemme, che vide nascere il Principe della Pace, eleviamo l’incessante nostra preghiera perché Dio cambi i «cuori di pietra» in «cuori di carne». Preghiamo perché lo Spirito Santo guidi i «reggitori dei popoli», ispirandoli a più miti consigli e li conduca lungo i sentieri che portano alla pace. Preghiamo perché così guidate le due Nazioni che trovano la loro patria in questa Terra Santa possano con-vivere riconciliate, in base al reciproco riconoscimento della loro pari dignità ed uguale diritto a sicurezza e libertà.