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Profilo. Il patriarca greco-ortodosso Theophilos III

13/06/2007  |  Milano
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Profilo. Il patriarca greco-ortodosso Theophilos III
Teofilo III, patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme.

Con questo scheda sul patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme, inauguriamo una serie di profili di personalità del mondo religioso, civile, politico e culturale del Medio Oriente. Di pari passo con l'evolversi della cronaca, offriremo ai nostri lettori anche queste «zoomate» su volti noti o meno noti. Con il consueto intento di meglio cercare di capire e amare la complessa realtà della Terra Santa.


(g.s.) – Il patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme Theophilos III (nome all’anagrafe: Ilija Jannopoulos) nasce nel 1952 a Gargaliani, un villaggio in provincia di Messinia, sulle coste del Peloponneso sud-occidentale (Grecia).

Nel 1964 sua madre accoglie l’invito di un sacerdote e accetta di mandare il figlio in Terra Santa, dove entra a far parte della Fraternità del Santo Sepolcro e frequenta la scuola del patriarcato greco ortodosso a Gerusalemme.

Il 28 giugno 1970 riceve la tonsura monastica e assume il nome di Theophilos. Lo stesso anno viene ordinato diacono.
Nel 1975 è ordinato sacerdotale e parte per Atene dove completa gli studi. Rientrato a Gerusalemme, lavora, tra l’altro, nella segreteria del santo sinodo (l’organo di autogoverno del patriarcato).

Tra il 1981 e il 1986 è in Inghilterra per un periodo di studi all’università di Durham.

Rientrato a Gerusalemme, viene nominato responsabile delle relazioni esterne del santo sinodo e, poco dopo, rappresentante dei greco-ortodossi di Gerusalemme presso il Consiglio ecumenico delle Chiese a Ginevra (1988-91).

Tra il 1991 e il ’96 svolge ministero pastorale a Cana, in Galilea, tra la popolazione arabo-israeliana, da cui si fa ben volere.

Dal 2000 al 2003 rappresenta il suo patriarcato presso il patriarcato ortodosso russo di Mosca. Poi trascorre un breve periodo a Doha, in Qatar, dove in seguito verrà costruita la prima chiesa ortodossa del Paese.

Nel 2004 diventa superiore della comunità monastica presso il Santo Sepolcro e membro del santo sinodo.

È il febbraio 2005 quando viene ordinato arcivescovo del Monte Tabor. Ministero che ricopre fino al 22 agosto dello stesso anno, quando viene eletto patriarca in un momento delicatissimo. Subentra infatti a Ireneo I, deposto tre mesi prima per avere segretamente ceduto ad ebrei israeliani alcuni immobili del patriarcato nei pressi della Porta di Jaffa, in città vecchia (gli ebrei israeliani cercano di entrare in possesso del maggior numero possibile di edifici del centro storico di Gerusalemme, sottraendoli ai cittadini arabi al fine di estrometterli. Proprio per questo, a salvaguardia della popolazione arabo-cristiana, in linea di principio le Chiese cristiane tendono a non alienare a cittadini ebrei gli immobili di loro proprietà).

Poche settimane dopo l’elezione, Theophilos III viene riconosciuto, come richiesto da norme e consuetudini risalenti all’Impero ottomano, dai governi della Giordania e dell’Autorità palestinese – sui cui territori si estende la giurisdizione canonica del patriarcato – ma non da quello di Israele, che continua a considerare legittimo patriarca Ireneos I.

La solenne cerimonia di intronizzazione del nuovo patriarca al Santo Sepolcro ha luogo il 22 novembre 2005, nonostante il mancato riconoscimento israeliano.

Teofilo III parla greco, inglese e arabo. Ha una fitta rete di rapporti con i greci ortodossi emigrati negli Stati Uniti e tramite loro ha contatti con membri del governo di Washington. Per questo molti in seno alla sua comunità lo ritengono filo-americano.

Nel maggio 2007 il governo giordano revoca il riconoscimento concesso a Theophilos due anni prima spiegando che il patriarcato non ha onorato l’impegno di presentare un dettagliato rapporto sulle proprietà ecclesiastiche che amministra.

Il governo di Israele riconosce Theophilos III come legittimo patriarca greco ortodosso nell’autunno 2007.

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