Giugno 2007
Il nunzio Franco: «Non vedo due entità palestinesi separate»
Il rappresentante del Papa a Gerusalemme (sia presso il governo israeliano sia presso l'Autorità Palestinese) volge lo sguardo alla situazione creatasi dopo i recenti scontri nella Striscia di Gaza, il cui controllo è stato assunto con le armi dalle milizie di Hamas. E si chiede come, da ora in poi, possano convivere pacificamente (anche in Cisgiordania) i militanti di Fatah e i loro antagonisti di Hamas. E quali saranno le contromisure di Israele? Monsignor Antonio Franco ci esorta a non abbandonare la Terra Santa e i suoi cristiani. «Si può fare tanto» dice: continuando a promuovere i pellegrinaggi, inviando aiuti economici, manifestando attenzione costante, continuando a pregare per la pace.
Sulle orme di Mosè
Vorremmo condividere con voi alcune brevi riflessioni regalateci da una giovane studentessa lombarda all'indomani di un viaggio sulle orme di Mosè. Ciò ci dà l'opportunità di invitare tutti i lettori che lo volessero a inviarci le loro impressioni dopo un pellegrinaggio o un viaggio nelle terre della Bibbia. Pubblicheremo in questo spazio i testi più significativi.
Tra i cristiani di Gaza grande paura e tensione
Le notizie che giungono da Gaza dicono di una situazione ancora tesa. Nella Striscia di Gaza, ormai nelle mani dei militanti fondamentalisti di Hamas, sopravvive una piccola comunità cristiana, dispersa nel mare magnum di oltre un milione e mezzo di musulmani. Nella situazione attuale, ci sono pericoli per la comunità cristiane e per le opere della Chiesa? Lo abbiamo chiesto a padre Ibrahim Faltas, parroco di San Salvatore a Gerusalemme e incaricato della Custodia di Terra Santa per i rapporti con l'Autorità Nazionale Palestinese. Il religioso francescano ci conferma che bande di giovani estremisti mirano a guastare con la violenza la pacifica convivenza tra cristiani e musulmani.
5 Stati x 2 popoli
In questi giorni i palestinesi hanno due governi e forse anche due Stati. S'avvera il sogno di Ariel Sharon di confinare i palestinesi in riserve come avvenne in passato con i bantustan del Sudafrica, aree riservate alla popolazione nera, mentre governava la minoranza bianca? Se lo chiede oggi un editoriale del quotidiano israeliano Haaretz. Altri, come il sito palestinese Miftah, si domandano se la dirigenza palestinese di al Fatah saprà cogliere l'occasione per drastiche riforme al proprio interno.
Il Papa da Assisi chiede ancora pace per la Terra Santa
Nel corso della visita di ieri, 17 giugno, alla città di Assisi, Papa Benedetto XVI è tornato nuovamente a chiedere pace per il Medio Oriente e la Terra Santa. Lo ha fatto prima della preghiera dell'Angelus recitato al termine della Messa celebrata sulla piazza antistante la basilica inferiore di San Francesco. «Il nostro pensiero - ha detto Ratzinger - va particolarmente alla Terra Santa, tanto amata da san Francesco, all'Iraq, al Libano, all'intero Medio Oriente. Le popolazioni di quei Paesi conoscono, ormai da troppo tempo, gli orrori dei combattimenti, del terrorismo, della cieca violenza, l'illusione che la forza possa risolvere i conflitti, il rifiuto di ascoltare le ragioni dell'altro e di rendergli giustizia».
Al Campo dei Pastori: cristiani rischiano di perdere le loro case
Le giovani coppie della cooperativa edilizia di Jabal Aldick, nei dintorni di Betlemme, sono minacciate da un'ingiunzione di sgombero delle autorità militari israeliane, che dichiarano illegale il complesso di case recentemente costruito. Con l'aiuto del sindaco di Beit Sahour sono in corso ricorsi presso i tribunali israeliani. Ma se non avranno successo queste famiglie resteranno senzatetto. Solo perché sorgono «troppo» vicine a un insediamento israeliano.
Il cinema made in Italy a Gerusalemme Est
Per iniziativa di un gruppo di espatriati italiani che lavorano nella città santa, a gennaio ha preso il via, presso il Palestinian National Theatre di Gerusalemme Est, una rassegna cinematografica di film italiani. Tra il pubblico non mancano i palestinesi interessati a questa opportunità di scambio culturale. L'appuntamento al cinema è anche un modo per agganciare ponti e creare legami di solidarietà tra connazionali impegnati nei settori più diversi in un contesto socio-politico tanto complesso.
È scomparso padre Marcel Dubois
Si è spento il 14 giugno, a 87 anni d'età, padre Marcel Dubois, frate domenicano, tra i pionieri del dialogo ebraico-cristiano. Nato a Tourcoing in Francia nel 1920, padre Marcel arrivò a Gerusalemme nel lontano 1962 come animatore della Casa Sant'Isaia, un centro di studi cristiani sull'ebraismo. Insieme a padre Bruno Hussar, Dubois è stato fondatore di Nevé Shalom/Waahat as-Salaam, il villaggio dove convivono famiglie israeliane e arabe. Dal 1973 ha optato per la nazionalità israeliana. Cittadino onorario di Gerusalemme, nel 1996 ha vinto il «Gran prix d'Israele», tra i pochi cristiani a poter vantare questo titolo.
«Il mondo ascolti il grido dei cristiani iracheni»
Padre Raymond Moussalli, vicario del patriarcato caldeo di Baghdad in Giordania, ci racconta le sofferenze dei cristiani iracheni. Ha uno studiolo ricavato in un seminterrato di Jebel Luweibeh, nel cuore dell'immensa capitale giordana. Fuori capannelli di persone si fermano a chiacchierare o ad accendere ceri alla Madonna, nella cappella ricavata in un garage. Il tema delle conversazioni, tra profughi iracheni, sono le ultime violenze nella terra d'origine, del rapimento e dell'uccisione dei sacerdoti, delle sopraffazioni quotidiane, dell'interminabile catena di sofferenze e lutti.
Padre Raymond ci rivolge un appello accorato: «In fretta. Fate in fretta. Non c'è più tempo. Non dovete tacere. Il mondo deve sapere in quale baratro di violenza sono finiti i cristiani del nostro Paese».
Gaza. E adesso?
Anche sui giornali arabi si guarda ovviamente con grande preoccupazione ai fatti drammatici in corso a Gaza. Con giudizi sempre durissimi sul comportamento di Hamas e Fatah. Nell'editoriale che riportiamo a mo' di esempio, il libanese The Daily Star sostiene che «Hamas prosegue la tradizione palestinese di sprecare ogni opportunità». Altri, come il Jordan Times, si chiedono se Fatah, bocciato dall'elettorato eppure rimasto con gli stessi uomini ai vertici, rappresenti una credibile alternativa ad Hamas.