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Meta di pellegrinaggio fin dall'antichità, abitato da eremiti dagli inizi dell'era cristiana, il Carmelo è ancora oggi un'oasi di silenzio...

Monte Carmelo. Nella vigna di Dio

Chiara Tamagno
4 giugno 2007
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Monte Carmelo. Nella vigna di Dio
Uno sguardo dal Monte Carmelo sulla pianura sottostante.

Si sale dal porto di Haifa, percorrendo una strada panoramica ombreggiata da alberi millenari fino a raggiungere un’ampia terrazza, a circa 250 metri sull’ampio golfo sottostante. Kerem El in ebraico vuol dire «vigna di Dio» e la collina, ricoperta di vigneti e scavata da grotte e anfratti, è stata per millenni rifugio per quanti volevano ritirarsi ad ascoltare lo spirito del Signore.

Il monte era già noto ai tempi del faraone Tutmosis III che qui combattè contro i cananei; al tempo dei greci e dei romani, veniva denominata «monte sacro», e Tacito ricorda i riti pagani che qui si svolgevano su un altare a cielo aperto. In epoca biblica questa collina sacra risuonò della voce profetica di Elia contro i culti idolatri del re Acab, causa della terribile carestia che si abbatté per tre anni sul Regno di Israele. Lo spirito del profeta ispirò senza dubbio i movimenti di vita eremitica che qui ebbero origine in epoca cristiana: le numerose grotte della collina ospitarono monaci e anacoreti e l’Anonimo di Piacenza cita nel suo diario una chiesa bizantina, che venne distrutta dai persiani nel 614.

Questo luogo fu meta di pellegrinaggio e di particolare devozione in epoca crociata. Qui nel 1200 nacque l’Ordine dei Carmelitani: pare che proprio sul Monte Carmelo sia apparsa la Madonna a Simon Stok, allora superiore generale dell’Ordine, nell’atto di consegnargli lo scapolare, segno distintivo dell’Ordine e pegno di protezione e salvezza per quanti lo indossano impegnandosi nella vita cristiana. I tempi successivi furono molto dolorosi per i monaci del Monte Carmelo: trucidati dagli arabi e poi dai turchi, trovarono pace solo dopo la costituzione dello Stato di Israele quando ricominciarono anche i pellegrinaggi.

Nel 1823 è iniziata la costruzione del santuario dedicato alla Vergine del Carmelo, Stella Maris: un edificio imponente che all’interno conserva la grotta che la tradizione venera come quella del profeta Elia. Anche gli affreschi illustrano scene bibliche legate al profeta insieme ad immagini relative alla vita dell’Ordine carmelitano. Il santuario e l’annesso convento sono meta di visitatori che possono trovare ospitalità e ristoro in una struttura al tempo stesso semplice e signorile.

Salire al Monte Carmelo è godere innanzitutto del silenzio della natura abitata dallo Spirito di Dio: una voce che parla tra gli scorci di cielo e di mare, tra le fronde degli alberi della pineta, tra le pietre che custodiscono la memoria degli antichi eremiti.

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