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Winograd, reality show

10/05/2007  |  Milano
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La Commissione Winograd, che ha vagliato le responsabilità politiche e militari dei leader israeliani nel corso della guerra con il Libano dell'estate 2006, ha reso pubblici i verbali delle deposizioni del primo ministro, del responsabile della Difesa e dell'ex capo di stato maggiore. In Israele il governo in carica sembra sempre più avere i giorni contati, nonostante la strenua resistenza di Ehud Olmert alle dimissioni. La stampa incalza, ma copre la vicenda come se fosse un reality show anziché andare a fondo dei problemi. La pensa così il professor Gadi Wolfsfeld e lo scrive sul quotidiano Yediot Ahronot. 


Si arricchisce di un nuovo capitolo in Israele la saga sulla Commissione Winograd, la commissione di inchiesta sulla guerra in Libano della scorsa estate. Oggi infatti sono stati diffusi i verbali delle audizioni dei tre principali «indiziati»: il premier Ehud Olmert, il ministro della Difesa Amir Peretz e l’ex capo di stato maggiore Dan Halutz. La loro sorte appare sempre più segnata: sia Barak che Ayalon, i due candidati che a fine mese si contenderanno nelle primarie la guida del partito laburista alleato di Kadima al governo, hanno detto infatti che Olmert deve dimettersi. Nel frattempo, però, rischiano di rimanere sullo sfondo le questioni vere che il fallimento della guerra in Libano ha messo in evidenza. È quanto sostiene in un severo commento apparso su Yediot Ahronot il professor Gadi Wolfsfeld, docente di scienze politiche e comunicazioni alla Hebrew University di Gerusalemme.

La sua tesi è che la copertura dei media su questa vicenda assomiglia sempre di più a quella offerta a un reality show: con tanta attenzione ai battibecchi tra i singoli personaggi e nomination su chi dovrebbe lasciare il suo posto nel governo. «L’unico aspetto che manca del tutto – annota Wolfsfeld – è una discussione seria sulla politica e sulle istituzioni. Il rapporto Winograd infatti evidenzia lacune fondamentali nei processi decisionali sia tra i leader politici sia nell’esercito. Queste lacune sono un grave pericolo per il futuro della nazione. Tuttavia gran parte di questi problemi esistono da molto tempo prima che Olmert fosse elletto primo ministro. Ed è probabile che restino anche dopo che avrà concluso il suo mandato (…). Quando le notizie – è la conclusione dell’analista – vengono date guardando più alla voglia di piacere che al desiderio di informare, anche i cittadini più impegnati avranno difficoltà ad elaborare una consapevolezza delle principali sfide che il Paese ha di fronte».

Clicca qui per leggere l’articolo di Yediot Ahronot.

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