Nelle settimane scorse la notizia della recente scoperta della tomba di re Erode il grande ha fatto il giro del mondo. Domenica 13 maggio alcuni professori e archeologi dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme si sono recati all'Erodion per farsi un'idea dello scavo. L'area archeologica era recintata e non accessibile. Così è stato possibile osservare solo da lontano. Il prof. Ehud Netzer, l'archeologo responsabile, non è sembrato poi così perentorio circa l'identificazione della tomba nella sua conferenza stampa di martedì 8 maggio, presso la Hebrew University di Gerusalemme.
(r.p.). Una scoperta, o presunta tale, come quella della tomba di Erode inevitabilmente doveva avere un’eco a livello mondiale. Era prevedibile e così è stato. La gestione della notizia è nota.
Forse Erode avrebbe voluto passare alla storia come benefattore, sovrano illuminato ma la sua fama è legata a episodi sinistri. Dopo che ebbe fatto eliminare i figli avuti da Marianne (Alessandro e Aristobulo), l’imperatore Augusto, stando a quanto scrive Macrobio, avrebbe esclamato: «Meglio essere un porco di Erode che suo figlio». Giuseppe Flavio lo descrive come un uomo crudele e dominato dalla collera.
È solo da qualche decennio a questa parte che gli studiosi incominciano a riconoscergli un certo talento politico, anche se appannato da uno smaccato opportunismo che lo portava a stare sempre dalla parte del più forte. Il periodo del suo governo, ormai lo si ammette, fu certamente prospero per il paese. Erode fu un buon amministratore e un grande costruttore. Basta ricordare i grandiosi lavori di ampliamento della piattaforma del Tempio, ancora sotto i nostri occhi, e del Tempio stesso poi distrutto dai romani. Si pensi poi alla splendida Cesarea. Se si guarda tuttavia alla sua storia, emerge con chiarezza che Erode l’Idumeo fu più un re imposto che accettato. Forse la sua spietatezza si spiega anche con un complesso di inferiorità dovuto alle sue origini non giudee che lo faceva vivere in uno stato di continuo sospetto di complotti e tradimenti.
Questo personaggio tanto discusso si trova in questi giorni al centro di un’accesa contesa. I più critici ritengono la scoperta della sua tomba all’Erodion (da parte dell’archeologo israeliano Netzer – ndr) totalmente inattendibile: i frammenti del sarcofago sono pochi, non ci sono iscrizioni né tracce di resti di tessuti di corpo umano. A complicare il quadro si aggiungono altri due aspetti l’un l’altro connessi da più parti denunciati, l’illegalità dello scavo e il tentativo di strumentalizzare a fini ideologici la scoperta. Sul piano strettamente scientifico questo secondo punto getta un’ombra su tutta la vicenda.
Domenica 13 maggio alcuni professori e archeologi dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme si sono recati all’Erodion per farsi un’idea dello scavo e del contesto archeologico più immediato. L’Erodion era ventoso come al solito. L’area archeologica era recintata e non accessibile. Solo da lontano si è potuto dare uno sguardo agli scavi. Il prof. Ehud Netzer, l’archeologo responsabile, non è sembrato poi così perentorio circa l’identificazione della tomba nella sua conferenza stampa di martedì 8 maggio, presso la Hebrew University. È un’ipotesi che a suo avviso ha dei fondamenti concreti e i cui punti di forza sono la qualità pregiata e la raffinata lavorazione della pietra dei frammenti del sarcofago. In effetti non è molto. Una conoscenza dettagliata del contesto più ampio potrebbe offrire elementi chiarificatori, ma questo, per ora, è appannaggio di Netzer e dei suoi collaboratori. Attendiamo di saperne di più.
Secondo quanto dichiarato da alcuni esponenti politici locali, il ritrovamento sarebbe un’altra prova del legame diretto di Goush Etzion, l’area dove sorge il sito archeologico, con la storia del popolo ebraico e di Gerusalemme. Per questa ragione c’è chi spinge già il sito venga aperto alle visite e che siano create strutture in grado di accogliere migliaia di visitatori. Con questa scoperta il sito potrebbe diventare un luogo religioso di grande importanza. Erode tirato per la giacchetta. Chi lo avrebbe mai pensato?