Scambio di ambasciatori tra il Papa e gli emiri confederati della penisola arabica. Avverrà presto, come comunica oggi il bollettino della sala stampa della Santa Sede. Nei sette emirati, che dal 1971 sono noti come Emirati Arabi Uniti, vive almeno un milione di cristiani, tutti stranieri immigrati per ragioni di lavoro. Numerosi sono coloro che provengono dai Paesi del Medio Oriente. Negli Emirati la Chiesa gode di una certa libertà e dispone di scuole e luoghi di culto. Il vescovo è un francescano svizzero della famiglia cappuccina: mons. Paul Hinder, vicario apostolico d'Arabia dal marzo 2005.
La sala stampa vaticana ha diffuso quest’oggi un «comunicato congiunto sullo stabilimento delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e gli Emirati Arabi Uniti».
Il testo annuncia che «la Santa Sede e gli Emirati Arabi Uniti, desiderosi di promuovere legami di mutua amicizia e di rafforzare la cooperazione internazionale, hanno deciso di comune accordo di stabilire relazioni diplomatiche». Un nunzio rappresenterà la sede apostolica negli Emirati, i quali a loro volta invieranno un ambasciatore come loro rappresentante presso il Papa.
Gli Emirati Arabi Uniti sono una federazione di sette emirati indipendenti (Abu Dhabi, Ajman, Dubai, Al-Fujayrah, Ras al-Khaimah, Sharjah e Umm al-Qaiwain), situati lungo la costa centro-orientale della penisola arabica. La capitale è Abu Dhabi.
Gli emirati si estendono su una superficie di 83 mila 600 chilometri quadrati su cui vivono di più di 4 milioni di persone. La popolazione locale è composta in grande maggioranza da arabi, ma poi vi è un’altissima percentuale (più del 70 per cento) di lavoratori stranieri provenienti da altri Paesi del Medio Oriente, dal Pakistan, dall’India, dalle Filippine e dal Bangladesh.
La Federazione degli Emirati Arabi Uniti fu proclamata il 2 dicembre 1971. Dal 2 novembre 2004 la presiede lo sceicco Khalifa bin Zayed Al-Nahyan. In base alla Costituzione del 1971, il presidente della Federazione viene eletto dal Consiglio supremo, il massimo organo del Governo federale, composto dai Sovrani ereditari dei sette Stati membri. Dal 5 gennaio 2006, il vice presidente e primo ministro è lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, emiro di Dubai.
Il Paese ha un elevato reddito pro capite dovuto alle risorse petrolifere e di gas naturale. All’insegna della differenziazione delle attività produttrici di reddito l’economia è sempre più vivace anche negli ambiti dell’edilizia, delle comunicazioni e del turismo.
La quasi totalità dei cittadini degli Emirati Arabi Uniti professa l’islam, che è anche la religione ufficiale dello Stato. Nella Costituzione viene affermata la libertà religiosa e i cristiani possono svolgere le attività religiose pubbliche nelle chiese e nei complessi parrocchiali.
Dal punto di vista della Chiesa cattolica, gli Emirati Arabi Uniti fanno parte del vicariato apostolico di Arabia, che ha sede ad Abu Dhabi ed è affidato al cappuccino mons. Paul Hinder. Secondo stime attendibili, i cristiani sarebbero più di un milione, in maggioranza cattolici, appartenenti a più di cento nazionalità diverse. Nel Paese sorgono sette chiese dove i cattolici celebrano la Messa in diversi riti e lingue (si attende l’autorizzazione per costruire nuovi luoghi di culto). Diverse congregazioni religiose prestano la loro opera educativa in sette scuole.