Maria di Nazareth, la madre di Gesù
In San Marco a Firenze, in cima alla scala che porta alle celle affrescate dal Beato Angelico, nella rappresentazione dell’Annunciazione c’è scritto: «Ave Mater, bonitatis e totius Trinitatis, nobile triclinium». Vuol dire che la Trinità si dà convegno presso la tenda della nostra carne. Se contempliamo la splendida icona della Trinità di Andrei Rublev, la dolcezza delle linee dell’Angelo di destra – lo Spirito Santo – ha qualcosa di femminile, di materno. Nelle lingue semitiche, lo Spirito è femminile (ruach). Viene spontaneo mettere quest’angelo di destra in rapporto con Maria, che è la manifestazione femminile della Trinità. Maria è una presenza trasversale, è il volto materno della misericordia divina, è colei che ha dato al mondo la misericordia del Padre, cioè Gesù.
Una tela dell’artista fiammingo Rogier Van der Weyden (XV secolo) rappresenta l’evangelista Luca, che all’interno di una architettura quasi rinascimentale, ha davanti a sé in posa Maria con Gesù in braccio. Più volte lungo i secoli vennero attribuite a lui icone della Madre di Dio, per lo più di stile bizantino. Gli storici ritengono la notizia leggendaria. Essa ha origine probabilmente dal fatto che Luca è uno scrittore dalle spiccate qualità artistiche. La penna, nella sue mani, diventa un pennello capace di riprodurre al vivo i caratteri dei personaggi che descrive.
Se il ritratto del Signore è il ritratto dell’iconografia cristiana, poiché attesta l’Incarnazione reale del Verbo di Dio, il ritratto di Maria è quello della prima creatura umana in cui si è perfettamente compiuto lo scopo dell’Incarnazione: la deificazione dell’uomo/donna. Theotokos, genitrice di Dio, è il titolo che il III concilio ecumenico di Efeso nel 431 attribuisce a Maria e che la tradizione orientale ha conservato attraverso i secoli.
L’icona della Madre di Dio vuole esprimere soprattutto il mistero della Divina maternità che Maria manifesta nello sguardo, doloroso e lieto insieme, rivolto a Gesù. La Madonna non è un «tipo di donna», ma è la madre di Dio che rappresenta ogni creatura, e sa accogliere ogni sentimento umano per trasfigurarlo nella preghiera.