Lunedì 28 maggio si terranno le primarie del Partito laburista. Stando a un sondaggio del quotidiano Haaretz, Ehud Barak, l'ex premier che tutti davano per scontato successore dell'ormai indifendibile Amir Peretz (l'attuale ministro della Difesa del governo Olmert), potrebbe invece uscire sconfitto. Le ultime previsioni danno infatti per la prima volta un leggero vantaggio ad Ami Ayalon. E in caso di ballottaggio la sua vittoria sarebbe ancora più probabile.
I giornali italiani, come al solito, se ne accorgeranno solo tra qualche giorno. Ma probabilmente sta bollendo in pentola una nuova svolta a sorpresa nella politica interna israeliana. Lunedì si terranno, infatti, le primarie del Partito laburista. E, stando al sondaggio che pubblica oggi Haaretz, Ehud Barak, l’ex premier che tutti davano per scontato successore dell’ormai indifendibile Amir Peretz (l’attuale ministro della Difesa del governo Olmert), potrebbe invece uscire sconfitto.
Le ultime previsioni danno infatti per la prima volta un leggero vantaggio ad Ami Ayalon. E in caso di ballottaggio la sua vittoria sarebbe ancora più probabile, dal momento che su di lui confluirebbero anche i volti del terzo candidato, l’ex ministro Ophir Pines-Paz, dimessosi quando il governo Olmert decise di imbarcare nella maggioranza anche il leader della destra dei russi Avigdor Liebermann.
In Israele i sondaggi politici sono sempre da prendere con le molle (ne sa qualcosa Shimon Peres, più di una volta beffato quando si è andati poi a contare i voti reali). Ma se davvero vincesse Ayalon, per Olmert sarebbe il capolinea definitivo: a differenza di Barak, infatti, Ayalon si è impegnato a ritirare i ministri laburisti dal governo (e questo lo sta certamente premiando in termini di consensi).
Al di là del futuro immediato, però, il dato più interessante sarebbero le caratteristiche del nuovo leader: ex capo prima della Marina e poi dello Shin Bet (il servizio di sicurezza interno), Ayalon è infatti un grande fautore della soluzione politica del conflitto israelo-palestinese. E nell’opinione pubblica israeliana è noto soprattutto per l’iniziativa The People’s Voice, una dichiarazione di principio in sei punti stesa nel 2002 insieme al rettore palestinese dell’Università Al Quds Sari Nusseibeh (vedi il post del 30 aprile). Un documento in cui si esplicitavano i prezzi che ciascuna delle due parti dovrebbe pagare per poter arrivare alla pace. E sulla quale entrambi, da allora, hanno cercato di raccogliere consensi dal basso, nelle due società civili. Un’iniziativa indipendente, la loro, ma per molti versi simile al famoso Accordo di Ginevra di Yossi Beilin e Abed Rabbo (che ha però il difetto di essere molto più popolare all’estero che in Israele e nei Territori).
Con Ayalon, dunque, alla guida del Partito laburista sarebbe eletto un leader con un’agenda chiara sull’ipotesi dei due Stati. A quel punto l’inevitabile confronto elettorale con il Likud di Netanyahu diventerebbe davvero uno scontro tra due visioni diverse di Israele e del suo futuro.
Clicca qui per leggere il sondaggio pubblicato da Haaretz
Clicca qui per accedere al sito di The People’s Voice