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Siria. Largo alle donne!

13/04/2007  |  Milano
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Siria. Largo alle donne!
Giovane donna siriana osserva la capitale Damasco. (foto G. Caffulli)

Oltre mille donne siriane sono candidate alle prossime elezioni parlamentari, la più alta percentuale nella storia del Paese. L'ha annunciato ufficialmente il ministro degli Interni nel corso di una conferenza stampa che ha dato il via alla campagna elettorale. Ma in Siria la condizione femminile rimane difficile, come segnala anche il rapporto 2006 di Amnesty International. Preoccupa soprattutto «la dimensione della violenza sulle donne, che continua a essere scarsamente documentata. Soltanto pochi casi sono resi pubblici». Il cammino da compiere è ancora lungo.


È un segnale da non sottovalutare: più di mille donne siriane sono candidate alle prossime elezioni parlamentari, la più alta percentuale nella storia del Paese. L’ha annunciato ufficialmente il ministro degli Interni nel corso di una conferenza stampa che ha dato il via alla campagna elettorale, sottolineando come su un totale di 9.770 candidati, 1.004 siano donne.

Questo dato, seppur significativo, difficilmente porterà però ad un cambiamento qualitativo. Il presidente Bashar al-Assad e il partito Baath controllano fermamente la Siria. Gli oppositori continuano a rimanere in carcere, nonostante le promesse fatte dallo stesso Bashar di superare il regime dittatoriale del padre Hafez. Ma anche in assenza di una democrazia reale, le elezioni parlamentari mettono in luce i rapporti di forza tra le diverse componenti del Paese e l’aumento delle candidate rimane un segno.

Intanto mancano pochi giorni: la consultazione elettorale è fissata per il 22 aprile. Manifesti e volantini ricoprono palazzi e vie. Gli aspiranti parlamentari sono impegnati a presentare i loro programmi e a farsi conoscere dal pubblico dei votanti. Le candidate promettono di sostenere la causa femminile, di rappresentare le siriane nelle istituzioni una volta elette.

Ma come vivono le donne in Siria? Per farsi un’idea, può essere utile sfogliare le pagine del rapporto 2006 di Amnesty International dedicate a Damasco. «Le donne hanno continuato a subire discriminazioni riguardo a un’ampia gamma di leggi concernenti matrimonio, divorzio, famiglia, eredità e nazionalità – recita il documento dell’associazione impegnata a salvaguardare i diritti umani nel mondo -. Esse risultano inoltre inadeguatamente protette rispetto a varie forme di violenza, inclusa quella domestica. Ad esempio, uomini che commettono stupro possono eludere la pena se sposano la vittima, e anche uomini che uccidono una parente per ragioni legate al suo presunto adulterio o a relazioni sessuali extraconiugali possono eludere la pena o essere trattati con maggiore indulgenza rispetto ad altri tipi di omicidi». Una situazione grave, a cui si aggiunge una sostanziale assenza di denunce: «La dimensione della violenza sulle donne – conclude il rapporto – continua a essere scarsamente documentata e soltanto pochi casi sono stati resi pubblici». Il cammino da compiere è ancora lungo.

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