Aprile 2007
Incontro con mons. Fouad Twal
Monsignor Fouad Twal (67 anni) ha prestato servizio nel corpo diplomatico della Santa Sede prima di diventare, nel 1992, vescovo di Tunisi. Il 9 settembre 2005 Benedetto XVI lo ha nominato coadiutore del patriarca latino di Gerusalemme, carica che, secondo il codice di diritto canonico, lo designa a futuro successore di mons. Michel Sabbah.
Israele commemora l’Olocausto
Due minuti di silenzio, accompagnati in tutto Israele dal suono di una sirena, alle 10 di questa mattina hanno unito gli ebrei israeliani nel ricordo dei martiri e degli eroi dell'Olocausto. La Giornata della Memoria si è aperta ieri sera con un cerimonia ufficiale al museo dello Yad Vashem. Erano presenti le massime autorità dello Stato e i leader religiosi del Paese. Nell'area riservata al corpo diplomatico ha preso posto anche il nunzio apostolico, mons. Antonio Franco, che è tornato sui suoi passi dopo la protesta dei giorni scorsi. I responsabili del museo Yad Vashem si sono impegnati con lui a sottoporre a verifica il giudizio storico sull'operato di Papa Pio XII.
Siria. Largo alle donne!
Oltre mille donne siriane sono candidate alle prossime elezioni parlamentari, la più alta percentuale nella storia del Paese. L'ha annunciato ufficialmente il ministro degli Interni nel corso di una conferenza stampa che ha dato il via alla campagna elettorale. Ma in Siria la condizione femminile rimane difficile, come segnala anche il rapporto 2006 di Amnesty International. Preoccupa soprattutto «la dimensione della violenza sulle donne, che continua a essere scarsamente documentata. Soltanto pochi casi sono resi pubblici». Il cammino da compiere è ancora lungo.
Una legittima protesta
La notizia che il nunzio della Santa Sede in Israele, mons. Antonio Franco, non andrà domenica 15 aprile alla cerimonia per la commemorazione della Shoà al museo Yad Vashem (lunedì 16 è il giorno in cui Israele ricorda l'Olocausto) è oggi sulle prime pagine dei giornali italiani. Al centro della controversia, una didascalia sotto la foto di Papa Pio XII proprio nel memoriale della Shoà, che la nunziatura ritiene discutibile e frutto di «un'interpretazione contraria a molte altre verità storiche». La decisione del nunzio ha riacceso la polemica sulla figura e sul ruolo di Papa Pacelli. Abbiamo chiesto il parere del vaticanista Andrea Tornielli.
Scambi impossibili
Negli ultimi giorni è tornata in prima pagina sui quotidiani della regione mediorientale la questione delle trattative sulla liberazione di Gilad Shalit, il caporale dell'esercito israeliano rapito a Gaza il 25 giugno scorso e tuttora nelle mani di Hamas. Il governo palestinese ha fatto avere a quello israeliano una lista di un migliaio di prigionieri palestinesi attualmente nelle carceri israeliane al fine di procedere a uno scambio. Ma sembra essere un vicolo cieco e allora varie voci sulla stampa, anche palestinese, invitano il governo Haniyeh a spiazzare gli israeliani con un rilascio unilaterale.
Splendori a corte
Il 30 marzo s'è aperta a Parma una serie di iniziative dedicate all'incontro tra cultura islamica e cultura europea nel corso della storia. L'interessante rassegna, dal titolo Arts and Music from the Islamic World, è organizzata dall'Aga Khan Trust for Culture, dalla Fondazione Parma capitale della musica e dalla Sovrintendenza per il Patrimonio storico artistico ed etnoantropologico di Parma e Piacenza. La rassegna intende indagare, attraverso esposizioni, concerti e giornate di studio, gli scambi culturali intercorsi tra i Paesi musulmani e quelli europei dal Medioevo fino ai nostri giorni.
Alla scoperta dell’homo arabicus
Paola Caridi ci offre con questo suo utile libro un «catalogo ragionato degli arabi che non conosciamo, quelli che non fanno i terroristi». Non si tratta, naturalmente, di un «elenco telefonico». In queste pagine si ragiona di società vivaci e in mutamento, contraddittorie magari, ma per nulla asfittiche e per tanti versi non così diverse da noi. Nazioni dalla popolazione in gran parte giovanile e proprio per questo proiettate verso il futuro, nonostante le ombre e le fatiche.
Hebron, pietra d’inciampo
Nella città di Hebron è in corso un nuovo capitolo di quella politica del «fatto compiuto» che ha accompagnato per quarant'anni la crescita degli insediamenti israeliani in Cisgiordania. Da un paio di settimane, infatti, una ventina di famiglie di coloni abita in un edificio di quattro piani nel mezzo di una zona interamente araba e hanno intenzione di ristrutturarlo per poter ospitare altre venti famiglie. Il ministro israeliano della Difesa ha promesso che li farà sgombrare, ma non c'è da giurarci. In Israele se ne discute e noi vi riferiamo due opposti pareri riportati sulla stampa.
Nel nome di san Lorenzo
Riprende il nostro viaggio tra i lavoratori filippini in Israele. Incontriamo la coordinatrice della Comunità San Lorenzo Ruiz, uno dei gruppi cattolici organizzati a Gerusalemme nell'intento di offrire assistenza pastorale agli immigrati - in gran parte donne - del lontano arcipelago del Pacifico occidentale. Col suo sorriso aperto, Maria Victoria de La Cruz ci racconta in breve la sua storia personale e l'azione della sua vivace comunità.
L’Anastasis, cuore del cristianesimo
Che toni asssumono i riti della Pasqua a Gerusalemme, il punto geografico in cui ebbero luogo gli eventi al centro delle celebrazioni cristiane di questi giorni? Quali caratteristiche distintive hanno le liturgie nella città del Crocifisso-Risorto? Ce lo racconta fra Jerzy Kraj, padre guardiano del convento francescano di San Salvatore, il quale ci spiega che - nonostante i vari appuntamenti in programma nei santuari che ricordano questo o quel momento della passione di Gesù - il fulcro di tutto rimane la basilica del Santo Sepolcro, o dell'Anastasis, come la chiamano i cristiani orientali. Un edificio che sta lì ad ammonire che se Cristo non fosse risorto vana sarebbe la fede dei suoi.