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La tappa a Milano di monsignor Fouad Twal

17/04/2007  |  Milano
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Monsignor Fouad Twal, vescovo coadiutore del patriarca latino di Gerusalemme e destinato a succedergli, è stato ieri protagonista di una serata organizzata dalla rivista Terrasanta in collaborazione con la Provincia dei Frati minori di Lombardia. Alla presenza del ministro provinciale, padre Roberto Ferrari - che ha sottolineato l'impegno plurisecolare dell'Ordine in Terra Santa e i profondi legami della Provincia lombarda con la Terra Santa - il vescovo ha parlato dei vari aspetti della presenza cristiana nella regione. Al termine della conversazione, Twal ha risposto in modo franco a numerose domande del pubblico, incentrate soprattutto sui risvolti politici della situazione in Israele e Palestina.



(g.c.) – «Comincio con il dissipare un malinteso. I cristiani di Terra Santa non sono dei convertiti dall’islam, ma sono i discendenti della prima Chiesa di Gerusalemme. Del resto, cambiare religione è vietato dalla legge israeliana, giordana e palestinese. Non chiedete dunque, mai, ad un arabo cristiano se i suoi genitori sono ancora musulmani o se ci sono ancora musulmani nella sua famiglia. Ancor meno chiedete quando si sarebbe convertito… Rischiereste di divertirlo».

È iniziata con un tocco d’ironia la conferenza di mons. Fouad Twal, vescovo coadiutore di Gerusalemme, tenutasi ieri sera presso l’Auditorium Angelicum-Mondo X a Milano. La serata, organizzata dalla rivista Terrasanta in collaborazione con la Provincia dei Frati minori di Lombardia, ha visto la partecipazione del ministro provinciale padre Roberto Ferrari, che ha sottolineato l’impegno plurisecolare dell’Ordine in Terra Santa e i profondi legami della Provincia lombarda con la Terra Santa. Un legame reso ancora più stretto dall’impegno di Mondo-X – l’opera fondata da padre Eligio Gelmini per il recupero delle persone tossicodipendenti – al Monte Tabor, dove è stata recentemente avviata una presenza.

L’intervento di mons. Twal ha toccato i vari aspetti della presenza cristiana nella regione. Dopo aver ringraziato i frati della Custodia di Terra Santa per il loro impegno pastorale, per la dedizione nella difesa e nella tutela del Luoghi Santi, per il prezioso servizio nel campo scientifico (il riferimento è allo Studium Biblicum Franciscanum) e dei media, con le riviste e Internet («un lavoro prezioso e insostituibile»), mons. Twal ha illustrato le sfide della Chiesa nella realtà odierna, segnata dal pesante conflitto tra palestinesi e israeliani; ha snocciolato i dati della presenza caritativa cattolica (fatta di scuole, ospedali, case per anziani e disabili, orfanotrofi) nel territorio sul quale si estende la giurisdizione del patriarcato latino (Israele, Palestina e Giordania); ha dato conto della vocazione dei cristiani di Terra Santa, «chiamati oggi ad essere testimoni viventi della storia della Salvezza e a costituire un ponte tra Oriente e Occidente».

La realtà del conflitto e l’occupazione militare israeliana rendono difficile la vita delle comunità cristiane di Terra Santa, ma per mons. Twal non mancano – anzi sono numerosi – i segni di speranza. Il pensiero va ai numerosi pellegrinaggi e alle visite delle Conferenze episcopali di tutto il mondo a Gerusalemme: «Sappiamo che la Chiesa universale ci sostiene e ci incoraggia nella nostra missione».

Al termine della conferenza, numerose le domande e le richieste di approfondimento da parte del pubblico intervenuto. A tutti, in conclusione, il vescovo coadiutore di Gerusalemme ha chiesto uno speciale impegno nella preghiera: «La Chiesa di Gerusalemme è la Chiesa del Calvario, della contestazione e dunque del rifiuto; ma è anche la Chiesa della Risurrezione. Dunque della speranza, soprattutto quando le speranze umane sbiadiscono. C’è sempre stata una comunità cristiana in Terra Santa e, ne siamo certi, ci sarà anche in futuro. Il Signore ce lo ha detto: "Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo"».

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