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Questione di toponomastica

01/03/2007  |  Milano
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La toponomastica ha un suo peso. Anche in Israele, dove qualcuno si interroga sull'opportunità di conservare il nome di alcune vie dedicate a personalità che hanno operato scelte controverse quando non censurabili. Seguiamo il ragionamento di Shahar Ilan pubblicato sul quotidiano Haaretz.


Anche i nomi delle strade possono essere una prospettiva interessante attraverso cui guardare dentro a un conflitto. È la riflessione proposta sul quotidiano israeliano Haaretz da Shahar Ilan in un articolo intitolato «Vediamoci all’angolo tra Ze’evi e Kahane». Lo spunto di cronaca è la vicenda di Or Akiva, la cittadina a nord di Tel Aviv che ha una strada intitolata a Meir Kahane, il fondatore del movimento dell’ultra-destra israeliana Kach, bandito negli anni Ottanta dalla Knesset (il parlamento israeliano) perché predicava apertamente il razzismo nei confronti degli arabi.

Predicazione non solo teorica, dal momento che Rabin, nel 1994, dopo l’eccidio di 29 arabi compiuto dal colono Baruch Goldstein a Hebron, fu costretto a dichiarare il Kach fuorilegge a tutti gli effetti. Intanto Kahane era stato ucciso nel 1990 a New York da un estremista islamico. E la cittadina di Or Akiva aveva pensato bene di dedicargli una via, che è rimasta al suo posto fino a oggi, quando qualcuno ha finalmente sollevato il problema.

Nel suo articolo Shahar Ilan spiega che la strada intitolata a Meir Kahane non è un episodio isolato. Ad esempio a Rehavam Ze’evi, uomo politico che nel suo programma sosteneva l’idea del trasferimento forzato fuori dal Paese dei cittadini israeliani di etnia araba, anche lui ucciso nel 2002 da un commando palestinese a Gerusalemme quando era ministro del Turismo nel primo governo Sharon, sono già stati intitolati un viale a Rishon Letzion, un ponte a Tel Aviv e la superstrada della Valle del Giordano. E nel 1986 solo lo stop pronunciato dal sindaco Teddy Kollek evitò che a Gerusalemme una via fosse intitolata alle «vittime ebraiche di Deir Yassin», intese come i cinque miliziani delle formazioni paramiliatri Irgun e Lehi che persero la vita nell’operazione del 1948 passata alla storia per i palestinesi uccisi dopo essersi arresi (un centinaio o 254? Sui numeri è tuttora battaglia).

L’articolo di Haaretz contiene anche altre notizie interessanti sulla toponomastica israeliana: riporta, ad esempio, alcuni dati suoi luoghi pubblici intitolati a Rabin. E cita, curiosamente, la strada di Rishon Letzion dedicata già al tuttora vivo e vegeto Shimon Peres.

Clicca qui per accedere all’articolo di Haaretz.

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