Si chiude domenica 18 marzo, a Genova, la mostra dedicata al maestro Emanuele Luzzati, scomparso il 26 gennaio scorso nel capoluogo ligure. Ancora per pochi giorni il Museo Luzzati di Porta Siberia offre ai visitatori l'opportunità di apprezzare la grande carica artistica e la finezza del pittore, illustratore e scenografo, oltre che il costante riferimento alle sue radici ebraiche.
Restano pochi giorni – fino al 18 marzo – per far visita alla mostra Emanuele Luzzati. Viaggio nel mondo ebraico che il Museo Luzzati di Porta Siberia a Genova dedica all’artista recentemente scomparso.
Emanuele Luzzati, classe 1921, ebreo genovese, pittore, animatore, illustratore, ma soprattutto scenografo iniziò la sua carriera artistica diplomandosi all’Ecole des Beaux Arts di Losanna, dove si era rifugiato nel 1940, abbandonando la città natale, a causa delle leggi razziali.
Occhi sorridenti, espressione vivace che allo stesso tempo rassicura, alle spalle due grandi sagome di una scenografia teatrale. Questa l’immagine che traspare da una fotografia che il Museo ha scelto di pubblicare nel suo sito per rendere omaggio al maestro.
La sua carriera artistica è costellata da numerose collaborazioni con i più importanti teatri italiani e stranieri. Nel 2002 ad esempio ha illustrato le scene per il Flauto Magico di Mozart, allestito presso il Teatro dell’Opera Carlo Felice di Genova.
Ma non solo, numerose mostre sono state dedicate a lui e alla sua opera, come l’importante esposizione dal titolo Emanuele Luzzati Scenografo, realizzata presso il Centre Pompidou di Parigi nel 1993.
Luzzati è morto la sera del 26 gennaio di quest’anno, e, ironia della sorte, il giorno dopo avrebbe dovuto ricevere il Grifo d’oro, massimo riconoscimento della città di Genova.
L’esposizione vuole dunque, ancora una volta, rendere partecipe il pubblico della grande carica espressiva che ha connotato l’attività creativa di «Lele», come affettuosamente lo chiamano amici e allievi.
Protagoniste dell’esposizione sono alcune sagome del 2005 di grandezza naturale montate in tridimensione, realizzate con tecnica mista e collage su legno.
Da queste opere emerge innanzitutto il forte legame del maestro con la tradizione ebraica di provenienza, ma viene anche messo in risalto il suo temperamento artistico.
In opere come Matrimonio ebraico o Pesah (la Pasqua ebraica) si percepisce la sottigliezza d’animo di Luzzati, che viene resa nella pratica dalla cura dei dettagli e delle corrispondenze cromatiche. È interessante infatti notare l’equilibrato gioco di azzurri e di rossi, o la quasi trasparenza data dal ricamo della tovaglia, in Pesah. La compostezza formale e, anche in questo caso, l’equilibrio dei colori e delle figure, rendono l’atmosfera di Matrimonio ebraico ancora più solenne, spirituale e carica di significato simbolico.
Ma quelle esposte in mostra non sono le uniche opere riferite alla tradizione ebraica. Il Museo di arte ebraica di Casale Monferrato, conserva ed espone le serigrafie che l’artista ha realizzato nel 2002 per il calendario ebraico. Anche da queste emerge la stessa cura dei particolari e la passione per il teatro che hanno reso la sua arte unica.