Marzo 2007
Una scuola di calcio per «Bambini senza confini»
Quando Dio parla nel silenzio
Il rilancio del piano di pace arabo
Il vertice della Lega Araba in corso a Riyadh ha rilanciato ieri il Piano di pace arabo del 2002 per la soluzione del conflitto israelo-palestinese. Un Piano che mette sul tavolo la disponibilità da parte dei 22 Paesi arabi a riconoscere Israele in cambio della nascita di uno Stato palestinese entro i confini del 1967. Ci si chiede se possa finalmente essere la strada giusta. Vi riferiamo il punto di vista dell'analista israeliano Yossi Alpher su bitterlemons.org, voce piccola, ma molto letta nei circoli della diplomazia internazionale.
Rimpianto di una città-giardino
Il prossimo anno Tel Aviv compie 100 anni. Ma che tipo di città sta diventando? È la domanda che si è posto in questi giorni sul quotidiano Haaretz l'architetto e urbanista Israel Goodovitch, il quale proprio non ama i grandi grattacieli in costruzione nella più moderna città israeliana. Goodovitch ricorda ai suoi connazionali come negli anni Trenta Tel Aviv fosse stata pensata come una «città giardino».
Escursione (virtuale) ai piedi del Monte
Un centinaio di metri a sud del Monte del Tempio (o Spianata delle Moschee) è aperto al pubblico il Parco archeologico di Gerusalemme, uno dei più significativi luoghi di Israele. Si tratta di una sorta di grande museo all'aperto in cui, in uno spazio tutto sommato ristretto, è possibile compiere dei salti nella storia attraverso quasi cinquemila anni. Il Parco ha un suo sito Internet, in lingua inglese, pieno di sorprese. Ve lo presentiamo.
Snobbato il referendum di Mubarak. Ma le riforme passano
Bassa affluenza, in Egitto, al referendum di ieri, lunedì 26 marzo, sulle controverse modifiche costituzionali approvate dal Parlamento solo una settimana prima. Secondo il ministero della Giustizia è andato alle urne il 27 per cento degli aventi diritto, ma la consultazione è comunque regolare. La campagna governativa di mobilitazione ha fallito e le opposizioni, che avevano invitato a boicottare le urne, cantano vittoria.
Le riforme passano comunque perchè 8 votanti su 10 si sono pronunciati per il sì. Secondo alcuni le nuove norme sono come un funerale della democrazia, in nome della lotta al terrorismo.
Parolin (Santa Sede): il nuovo governo palestinese sia responsabile
La Santa Sede incoraggia l'esecutivo palestinese di unità nazionale ad assumersi le responsabilità che gli competono verso il suo popolo e la comunità internazionale. Lo dice mons. Pietro Parolin, funzionario della Segreteria di Stato vaticana e sottosegretario per i rapporti con gli Stati. Ma non basta. Tutte le parti in causa devono diventare capaci «di sentire sulla propria pelle il dolore e la sofferenza dell'altro così da interrompere la catena dell'odio, della vendetta e della ritorsione», come ammonisce il Papa.
Via Crucis. Cantata per soli, coro e organo
Concerto in favore dell'Istituto Magnificat di Gerusalemme e per la pace in Terra Santa. Musiche di fra Armando Pierucci, frate della Custodia di Terra Santa. Testo ispirato all'omonimo poema di Regina Derieva.
Dalla Fao un appello dei leader religiosi: «Diamo pace a Gerusalemme»
Presso la sede della Fao a Roma si è svolta una due giorni a cui hanno preso parte leader religiosi ebrei, cristiani e musulmani, convenuti per confrontarsi, ancora una volta, sul tema della pace tra Israele, palestinesi e nazioni arabe. Hanno preso la parola, tra gli altri, il rabbino Chaim Cohen, lo sceicco al Tamini e fra Marco Malagola, della Custodia di Terra Santa, oltre al sociologo Bernard Sabella, in rappresentanza del patriarcato latino di Gerusalemme.
Perché la Striscia di Gaza non diventi un altro Libano
In un articolo sul Jerusalem Post il giornalista Tommy Lapid, già ministro nel penultimo governo Sharon, esamina (e rifiuta) l'idea che circola tra le destre israeliane: riprendere il controllo militare della Striscia di Gaza e avviare una meticolosa ricerca degli armamenti che Hamas sta ammassando, per evitare che il movimento islamista raggiunga la capacità operativa degli hezbollah libanesi. L'invasione, scrive Lapid, non darebbe frutti. Meglio tenere duro con l'embargo al governo palestinese per indurlo a più miti consigli. Senza escludere estremi rimedi.