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La scelta di Rami. Una storia controcorrente

07/02/2007  |  Betlemme
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La scelta di Rami. Una storia controcorrente
Scorcio di uno dei quartieri di Betlemme. (foto M. Gottardo)

Molti giovani di Betlemme scelgono la strada dell'emigrazione per una vita «migliore». Ma c'è anche chi fa il contrario. Come Rami che da qualche mese insegna nella facoltà di Economia e Commercio dell'Università cattolica di Betlemme. È tornato da poco dall'Italia, dove ha conseguito due master presso l'università di Pavia. In breve la sua storia. Voce di uno che ha scelto di tornare alle radici e preferisce vivere in un Paese povero, anziché nell'Europa opulenta.


(l.c.) – Molti giovani di Betlemme scelgono la strada dell’emigrazione per una vita «migliore». Ma c’è anche chi fa il contrario. Ed è proprio questa la storia che vogliamo raccontarvi.

Da qualche mese, nella facoltà di Economia e Commercio dell’Università cattolica di Betlemme, c’è un nuovo docente. Il suo nome è Rami. È tornato da poco dall’Italia e parla volentieri italiano. Una chiacchierata con lui è motivo per rievocare  i suoi bei ricordi dell’Italia, ma non solo…

Rami è nato in Kuwait da genitori palestinesi, torna con la famiglia a Betlemme nel 1989 e studia economia. Ottiene una borsa di studio e parte per l’Italia. A Pavia consegue due master (Cooperazione e sviluppo e Cooperazione ed integrazione economica).  Avrebbe potuto avere ottime possibilità  di lavoro e un futuro promettente in Europa,  ma in Italia Rami non cerca lavoro. Soggiorna per studio anche in Svizzera, a Ginevra: la vita è tranquilla, molte possibilità di lavoro, ma Rami non si ferma neppure qui.

Rami vuole tornare in Palestina, ama molto la sua famiglia e la sua famiglia conta su di lui, ma non solo; lui ama la sua gente e sa che qualcosa si può fare nella sua terra, anche se è difficile. La sua idea è di realizzare progetti di sviluppo: vuole utilizzare i suoi studi di economia per aiutare la Palestina, per creare possibilità di lavoro per i giovani di Betlemme. Dice: «Voglio vivere la mia vita in un Paese in via di sviluppo, non in un Paese ricco. Penso che Dio abbia  tracciato per me una strada, e questa strada è in Palestina».

Ecco perché Rami torna a Betlemme.

«Sei matto! – gli dicono gli amici. – Qui non c’è futuro. Cambierai le tue idee fra tre, quattro mesi».

«L’Europa ci ha dato tanti aiuti, – spiega Rami – ma prevalentemente sul fronte dell’emergenza. Ha dato pochissimo per le cose più importanti, cioè per lo sviluppo della Palestina, per creare lavoro ed autonomia». Rami è convinto che sia questa la linea da perseguire.

Non è cosa di tutti i giorni sentire un giovane esprimersi in questo modo: molti suoi coetanei, sia cristiani sia musulmani, la pensano diversamente e vorrebbero trascorrere la propria vita in un Paese tranquillo, in pace, senza i problemi quotidiani che si vivono qui in Betlemme, chiusi dentro il muro… «Quando la vita ti offre una opportunità miliore, non devi perderla; si vive una sola volta. Questa è la filosofia che va per la maggiore».

Rami va incede controcorrente: «Mi sento a casa mia in Palestina, qui ho la mia famiglia, qui ho i miei amici, voglio fare qualcosa di utile per la mia gente… Mi dicono la penso come i vecchi, e come i preti. Ma io voglio veramente restare qui».

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