Il salone internazionale del libro del Cairo, conclusosi nella capitale egiziana pochi giorni fa, ha registrato una nuova tendenza rispetto alle passate edizioni: nei 1.400 stand i testi religiosi hanno primeggiato sui volumi letterari e su quelli scientifici. La fiera ha attirato un vasto pubblico: due milioni di visitatori hanno invaso Il Cairo per partecipare all'appuntamento dedicato ai libri, il più importante del mondo arabo.
(e.s.) – Una fiera all’insegna della religione. Il salone internazionale del libro del Cairo, che si è tenuto nella capitale egiziana dal 23 gennaio al 4 febbraio, ha registrato una nuova tendenza rispetto alle passate edizioni: nei 1.400 stand i testi religiosi hanno primeggiato sui volumi letterari e su quelli scientifici. «Circa un quarto del nostro catalogo è stato destinato a libri che trattano di religione», ha dichiarato Nasser Al-Ansari, organizzatore dell’evento.
La fiera ha attirato un vasto pubblico di lettori: due milioni di visitatori – secondo le stime dei responsabili – hanno letteralmente invaso Il Cairo per partecipare all’appuntamento dedicato ai libri, il più importante del mondo arabo.
Un successo che però ha avuto anche dei lati oscuri. Ci sono state polemiche contro il cristianesimo: alcuni hanno parlato di una conversione all’islam come unica soluzione per una religione «incompleta».
Ha fatto discutere, poi, la presenza di numerose copie del Mein Kampf di Adolf Hitler, tradotto e messo in commercio da una casa editrice siriana-egiziana. «Permettere la vendita di libri come questo – ha detto Mohammed Arkoun, professore di storia islamica alla Sorbona – è uno scandalo, riflette senza dubbio un vuoto».
Effettivamente qualche vuoto c’era: altri osservatori hanno notato l’assenza sugli scaffali di alcuni autori come Milan Kundera, banditi dalla censura. Stesso trattamento hanno ricevuto i libri che parlano di sessualità e di politica.
La maggior parte dei 700 editori presenti alla fiera ha invece esposto libri religiosi. Si andava dai volumi più pregiati fino alle edizioni economiche. Numerosissimi i cd-rom e le audiocassette con gli insegnamenti e le fatwa dei predicatori più in voga. «È diventato un vero e proprio business – ha detto l’egiziano Alaa Aswani, autore di numerosi best-seller pubblicati anche all’estero – ma questo fondamentalismo arriva dall’Arabia Suadita ed è legato ad un cinico incoraggiamento delle autorità». Per Adel Abdel Moneim, studioso di lingua e letteratura araba, invece la presenza di tanti volumi religiosi anche a basso prezzo è «la rappresentazione del pensiero conservatore presente nella società».
L’autore più celebrato è stato l’egiziano Naguib Mahfouz, premio Nobel per la letteratura, recentemente scomparso. I suoi romanzi, già tradotti in tutto il mondo, sono stati ristampati per l’occasione, con ottimi risultati di vendita. «Penso che i suoi libri saranno il più grande successo di questa fiera – ha aggiunto l’organizzatore Al-Ansari – a parte, ovviamente, i testi religiosi».
In questa trentanovesima edizione anche l’Italia ha avuto un ruolo di primo piano: è stata scelta come Paese ospite d’onore. Scrittori ed editori (come Claudio Magris, Antonio Tabucchi e altri) si sono recati in Egitto per partecipare a tavole rotonde, presentazioni di libri, incontri con autori arabi. «Abbiamo ancora un lungo cammino da percorre – ha dichiarato Antonio Badini, ambasciatore italiano al Cairo – ma ci sono incoraggianti segnali di dialogo tra le culture».