In tutto il mondo i cristiani ortodossi hanno celebrato ieri la solennità del Natale. Una gioia particolare traspare dal messaggio del patriarca russo Alessio II che si compiace per il ritorno alla pratica religiosa di molti connazionali. Senza dimenticare, però, la triste situazione della terra di Gesù ancora afflitta da sofferenze e assetata di pace. Ecco cosa ha scritto il patriarca.
Le Chiese ortodosse, che seguono l’antico calendario giuliano, hanno celebrato ieri la solennità del Natale di Gesù.
Festa grande per la folta comunità greco-ortodossa a Gerusalemme e Betlemme, ma anche nel resto del mondo.
Nel messaggio natalizio rivolto ai suoi fedeli, il patriarca russo Alessio II si è soffermato in breve anche sulla difficile situazione del Medio Oriente.
«I tragici eventi in Terra Santa – ha scritto, da Mosca, il leader religioso – hanno recato molto dolore ai cuori di tutti i credenti. Là, dove duemila anni fa, gli angeli annunciarono "gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra" ancora una volta il sangue di bambini innocenti è stato versato. Preghiamo Dio che la terra santificata dalla nascita, la vita, le sofferenze e la Risurrezione del nostro Salvatore possa infine diventare un luogo dove "giustizia e pace si baceranno" (Salmo, 85, 11)».
Nel testo, Alessio II comunica anche la sua gioia nel vedere come molti connazionali stiano riscoprendo la pratica religiosa. Scrive: «Nell’anno appena trascorso il Signore ci ha mostrato la sua bontà. Per grazia di Dio, il lavoro di costruzione della vita ecclesiale è proseguito con successo in Russia e all’estero, laddove arrivano la responsabilità e la cura pastorale della nostra Chiesa. La nostra sta sempre più facendo ritorno alla fede dei nostri padri. In molte città e villaggi bambini e giovani vengono introdotti alla conoscenza della fede e della cultura ortodossa. Le chiese si riempiono di fedeli di ogni età e professione. Milioni di persone pregano Dio, leggono testi di natura religiosa e partecipano alla vita della Chiesa».