Si è aperto il 19 novembre, a Gerusalemme, il congresso internazionale dei Commissari di Terra Santa. I partecipanti sono un'ottantina da varie parti del mondo. L'intento del convegno, che si chiuderà il giorno 25, è di rilanciare e coordinare meglio l'azione dei Commissari nei Paesi del Globo in cui operano. Un'occasione speciale per guardare al futuro e alle sfide che attendono la Custodia di Terra Santa negli anni a venire, alla luce di un passato lungo otto secoli e delle responsabilità affidate dalla Santa Sede ai Frati minori di questa regione.
È iniziato domenica scorsa, 19 novembre, a Gerusalemme – con un’ottantina di partecipanti – il congresso internazionale dei Commissari di Terra Santa e cioè di quei Frati minori che in tutto il mondo sono incaricati di svolgere un lavoro di animazione per tenere viva, tra i confratelli e gli altri fedeli, l’attenzione e la solidarietà verso i cristiani mediorientali e i santuari posti nei luoghi della vita terrena di Gesù.
Nella Messa d’apertura, celebrata presso il Cenacolo, il ministro generale dei Frati minori, padre José Rodríguez Carballo ha detto fra l’altro: «Per noi francescani questo luogo santo, ha un significato ancora maggiore che per gli altri cristiani che giungono qui da tutto il mondo. Qui, dove nacque la Chiesa e ebbe inizio la sua missione, nacque la nostra missione in Terra Santa, sorse la Custodia di Terra Santa, che ancora oggi è il punto di riferimento per tutti coloro che, in un modo o in un altro, appartengono e lavorano per la "perla" delle missioni francescane. Come non vedere in questa coincidenza geografica un segno della provvidenza del Signore! Voglia il buon Dio che un giorno, non molto lontano, questo luogo torni ai suoi legittimi proprietari: i Frati minori, custodi della Terra Santa a nome della Chiesa cattolica. Voglia il Signore che un giorno, non molto lontano, il chiostro dell’antico convento francescano, ancora in piedi a pochi metri da dove stiamo, possa essere di nuovo riparo dei figli del Poverello, così che la loro presenza in questo luogo sia la continuazione di quella presenza che i frati mantennero in questo luogo per secoli, finché non furono ingiustamente obbligati a lasciarlo» (il Cenacolo fu acquistato nel 1333 dai Reali di Napoli – Roberto d’Angiò e Sancia di Maiorca – che lo assegnarono ai Frati minori. Essi vi stabilirono un convento da cui furono espulsi nel 1551. Da allora i religiosi non hanno mai cessato di rivendicare i loro legittimi diritti su quel luogo).
L’intento del convegno, che si chiuderà sabato 25, è di rilanciare e coordinare meglio l’azione dei Commissari nelle varie parti del mondo, basandosi sul saldo fondamento costituito da un lungo passato, che è ormai Storia, e dalle responsabilità che la Santa Sede ha affidato ai Frati minori in Terra Santa. Tra i temi di maggior rilievo toccati nel corso dei lavori vi sono i pellegrinaggi, i rapporti dei Commissari con le Chiese locali in cui vivono, il sostegno economico che possono assicurare alla Custodia, il coinvolgimento del volontariato e l’utilizzo dei mezzi di comunicazione.
Il convegno si propone anche di elaborare un Vademecum dei Commissari che detti le linee fondamentali della loro opera.
Tra gli ospiti di riguardo dell’assise il delegato apostolico, mons. Antonio Franco, il patriarca latino di Gerusalemme, mons. Michel Sabbah e padre François Akl, in rappresentanza della Congregazione vaticana per le Chiese orientali.