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Profilo. Il patriarca ecumenico Bartolomeo

30/11/2006  |  Milano
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Profilo. Il patriarca ecumenico Bartolomeo
Bartolomeo I, arcivescovo di Costantinopoli e patriarca ecumenico. (foto M. Manginas)

Bartolomeo I, al secolo Demetrios Archondonis, è nato nel 1940 in Turchia. Dal 1991 è il 270.mo arcivescovo della bimillenaria Chiesa di Costantinopoli. Molto attivo nel campo dell'ecumenismo, del dialogo interreligioso e della crescita di una coscienza ambientale, è un poliglotta che ha studiato a Roma, in Svizzera e in Germania. Il suo ruolo ne fa il capo spirituale di circa 300 milioni di cristiani ortodossi nel mondo.


Bartolomeo I, al secolo Demetrios Archondonis, è nato nel 1940 nell’isola di Imvros (oggi Gokceada, Turchia), ed è stato eletto nell’ottobre 1991 come 270.mo arcivescovo della bimillenaria Chiesa fondata da sant’Andrea, con il titolo di arcivescovo di Costantinopoli-Nuova Roma e patriarca ecumenico.

Come cittadino turco, il patriarca ecumenico Bartolomeo ha ricevuto la sua istruzione elementare e secondaria a Imvros e a Instabul. Dopo aver compiuto gli studi superiori presso la Scuola teologica di Halki (Istanbul), il patriarca ha proseguito gli studi accademici presso il Pontificio istituto orientale dell’Università Gregoriana di Roma, all’Istituto ecumenico di Bossey (Svizzera) e all’Università di Monaco.

Ha conseguito la tesi di dottorato in diritto canonico e ha fondato la Società di diritto delle Chiese Orientali. Ordinato diacono nel 1961 e presbitero nel 1969, ha lavorato come assistente decano della Scuola teologica di Halki (1968-72) fino a quando è stato nominato segretario del suo predecessore, il patriarca ecumenico Demetrios (1972-90). Del 1973 è la nomina a metropolita di Philadelphia e nel 1990 a metropolita di Calcedonia.

Bartolomeo I parla correntemente greco, turco, italiano, tedesco, francese e inglese, come anche il greco classico e il latino.

Il patriarca ha lavorato instancabilmente per la riconcilazione tra le Chiese cristiane e ha acquisito un prestigio riconosciuto a livello internazionale nel creare una coscienza ambientalistica.

Nell’ambito del Consiglio ecumenico delle Chiese, ha collaborato con i comitati esecutivi e centrali e con la Commissione Fede e Costituzione. Ha anche dato inizio a numerosi incontri e conversazioni con leader islamici ed ebrei.

Il patriarcato ecumenico di Costantinopoli è il centro ecclesiastico principale della Chiesa ortodossa diffusa nel mondo.

Secondo la tradizione il protocleto («il primo chiamato») tra gli apostoli, Andrea, ha predicato il Vangelo in Asia minore, nel Mar Nero, in Tracia e Acaia, dove subì il martirio. Nel 36 d.C., egli fondò la Chiesa sulle rive del Bosforo, nella città poi conosciuta come Bisanzio e più tardi Costantinopoli, oggi Istanbul. Per questo sant’Andrea è il patrono del patriarcato ecumenico. La festa patronale è celebrata il 30 novembre.

Il titolo di «patriarca ecumenico» risale al sesto secolo e storicamente appartiene soltanto all’arcivescovo di Costantinopoli.

Il patriarca ecumenico è un primus inter pares tra i primati ortodossi, che sono i titolari degli antichi patriarcati di Alessandria, Antiochia e Gerusalemme, come anche i più recenti patriarcati di Mosca, Serbia, Romania, Bulgaria e Georgia.

Il patriarca ecumenico ha anche la responsabilità storica e teologica di promuovere e coordinare le attività tra le Chiese ortodosse di Cipro, Grecia, Polonia, Albania, Cechia, Slovacchia, Finlandia, Estonia, come anche tra numerose arcidiocesi e metropolie nel mondo: Europa, America, Asia e Australia.

Egli è poi responsabile della convocazione dei sinodi pan-ortodossi e del dialogo interreligioso, in quanto punto di riferimento e principale portavoce per la Chiesa ortodossa nel suo complesso.

Bartolomeo I è riconosciuto come capo spirituale da circa 300 milioni di cristiani ortodossi nel mondo.

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