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Milano, arte d’Israele in mostra

Paola Rampoldi
3 novembre 2006
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La rassegna di artisti israeliani proposta a Palazzo Reale di Milano fino al 7 gennaio 2006 è un percorso a ritroso nel tempo, dal 2006 fino al 1906, anno di fondazione dell'Accademia di Arti e Mestieri Bezalel a Gerusalemme. «L'idea della mostra - afferma Amnon Barzel, curatore dell'evento - nasce dalla consapevolezza che qualsiasi arte significativa, è un documento, una testimonianza del tempo, del luogo e della società in cui si è sviluppata». Il percorso della mostra (170 opere) è accompagnato da filmati, video e testimonianze che arricchiscono e completano lo sviluppo artistico.


Un salto nel tempo e nello spazio. La rassegna di artisti israeliani in mostra a Palazzo Reale di Milano fino al 7 gennaio 2007 è un percorso a ritroso nel tempo, a partire dal 2006 fino ad arrivare al 1906, anno di fondazione dell’Accademia di Arti e Mestieri Bezalel a Gerusalemme, voluta e fondata da Boris Shatz, artista ebreo lituano.

Mai come per Israele arte e vita sono così strettamente collegate. «L’idea della mostra – afferma Amnon Barzel, curatore dell’evento, critico e storico dell’arte – nasce dalla consapevolezza che qualsiasi arte significativa, in qualsiasi periodo storico, è un documento, una testimonianza del tempo, del luogo e della società in cui si è sviluppata. L’arte creata nel corso della storia di Israele è palesemente collegata alla realtà in cui nasce». Lungo tutto il percorso della mostra, infatti, filmati, video e testimonianze arricchiscono e completano lo sviluppo artistico.

Ad aprire questo arco cronologico sono le installazioni di artisti contemporanei, che testimoniano la forte volontà di sperimentazione. Il visitatore viene accolto dall’opera di Menashe Kadishman: duemilacinquecento teste di metallo su cui camminare e che producono suoni evocativi della storia del popolo ebraico, richiamando l’eterno tema del sacrificio di Isacco. Colpiscono anche le enormi fotografie a colori di Adi Nes, tra le quali, attraverso una meticolosa preparazione dei soggetti, emerge una probabile rivisitazione dell’Ultima cena.

Proseguendo nel cammino di risalita verso le origini dell’arte contemporanea israeliana, ci si imbatte nell’arte astratta degli anni Quaranta, che ha segnato la corrente modernista coeva alla creazione dello Stato. Tra le varie opere, 150 in tutto, provenienti dai principali musei e collezioni private di Israele, spiccano quelle dei fondatori dell’Accademia Bezalel, impregnate della cultura orientale, e i dipinti degli artisti degli anni Venti, che testimoniano la ricerca di una nuova arte per una nuova società. Uno spazio particolare è dedicato al tema della memoria.

Forse la difficoltà più grande nell’affrontare questa esposizione, consiste nell’attraversare in poco spazio, circa dieci sale in tutto, cambiamenti artistici e stilistici così rilevanti. È come sfogliare al contrario le pagine di un manuale di storia dell’arte. Dato che il percorso è interessante e ben studiato, la fatica è però ben presto superata dal gusto di entrare in contatto con la storia.

(Per gli orari di apertura e maggiori informazioni visita il sito web della Mostra)

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