Tra pochi giorni Benedetto XVI si recherà in Turchia per una visita molto attesa che fa seguito all'invito rivoltogli dal patriarca ecumenico Bartolomeo I e dal governo turco. Il viaggio inizierà il 28 novembre, con l'omaggio al mausoleo di Ataturk, il padre della Patria. Il Papa incontrerà poi il presidente della Repubblica e le altre autorità civili, escluso il primo ministro che sarà all'estero per impegni internazionali.Tra i momenti più significativi la tappa ad Efeso, dove si venera la casa i cui la madre di Gesù avrebbe abitato con l'apostolo Giovanni, e l'incontro con il patriarca ecumenico e altre autorità religiose cristiane, ebraiche e musulmane.Ultimo in ordine di tempo, l'abbraccio alla piccola comunità cattolica turca.
La visita del Papa in Turchia fa seguito all’invito rivoltogli dal patriarca ecumenico Bartolomeo I per il novembre 2005. In quell’occasione, però, il governo turco fece a Benedetto XVI un invito ufficiale per il 2006. La visita nasce quindi con tutti i crismi della visita ufficiale di Stato. Bartolomeo I per lo Stato turco è solamente un privato cittadino. Infatti il Papa andrà da lui in visita privata.
Le polemiche sull’assenza del primo ministro Recep Tayyip Erdogan e sugli imbarazzi del governo turco circa la visita del Papa tengono ancora le pagine dei giornali e alimentano il dibattito interno alla Turchia. All’indomani dalla pubblicazione del programma ufficiale del viaggio, che si preannuncia delicato. Ma era programmato l’incontro della Nato, in Lituania, a cui doveva partecipare il presidente della Repubblica Necdet Sezer. Subito dopo l’assassinio di padre Andrea Santoro (avvenuto il 5 febbraio 2006 – ndr), il governo decise che il Presidente sarebbe restato in Patria e sarebbe andato qualcun altro al vertice Nato in vece sua. A Riga ci va infatti Erdogan.
La visita ufficiale di Benedetto XVI inizierà il 28 novembre, con l’omaggio al mausoleo di Kemal Pasha, conosciuto come Ataturk, il padre della Patria. Successivamente si vedrà col presidente della Repubblica e farà anche una visita all’incaricato per gli Affari religiosi.
Il 29 andrà a Izmir (l’antica Smirne) e di qui a Selciuk.
La grande chiesa con la tomba di san Giovanni apostolo (fatta costruire dall’imperatore Giustiniano) è appunto a Selciuk e l’isola di Patmos, ove san Giovanni dice di aver scritto l’Apocalisse è proprio di fronte all’antica Efeso, ove nel 431 si chiuse il celebre concilio che proclamò Maria Theotokos, cioè «Madre di Dio».
Sulle alture di Efeso esiste una casetta che risale al primo secolo, dove, secondo la tradizione, abitò l’apostolo Giovanni con Maria. Essa fu scoperta nel XIX secolo dai padri lazzaristi in seguito alle rivelazioni di una mistica tedesca, la beata Anna Katharina Emmerich (1774-1824), che diceva di aver visto abitare lì la Madonna.
Ivi celebrerà la Messa alla Casa di Maria (Meriem Evi) come già fecero Paolo VI e Giovanni Paolo II.
Dopo aver pranzato presso i frati cappuccini che custodiscono la casetta, partirà nel pomeriggio per Istanbul ove sarà ad accoglierlo il patriarca Bartolomeo I insieme con i vescovi della conferenza episcopale che è in Turcia (Cet) e ai vari metropoliti.
Di qui si recherà subito al Fanar (al monastero e chiesa di san Giorgio) sede del patriarcato greco ortodosso ove dirà una preghiera e avrà un colloquio con Bartolomeo I.
Il giovedì vi ritornerà per partecipare alla celebrazione della festa di sant’Andrea (considerato il fondatore della Chiesa greca), ci sarà poi una dichiarazione comune di Benedetto XVI e Bartolomeo I che segnerà certamente un passo nuovo verso l’unità delle Chiese. Il Papa si fermerà poi al Fanar per il pranzo.
Nel pomeriggio, sulle orme dei Papi che qui erano venuti, farà una visita al Mausoleo di Santa Sofia (l’antica basilica di Giustiniano, simbolo sia della Chiesa bizantina, che della conquista di Costantinopoli avvenuta da parte di Memhet II, sultano dei turchi, nel 1453).
La visita era programmata per il venerdì, ma si è pensato di anticiparla al giovedì essendo il venerdì giorno di preghiera per il mondo islamico.
Successivamente Benedetto XVI farà visita a Mesrob II Mutafyan, il metropolita armeno apostolico.
Ritornato alla sede della nunziatura a Istanbul, avrà un incontro con il gran rabbino Isak Valeva, poi col metropolita Yusuf Ceti, del patriarcato siro ortodosso, e con altre personalità.
La cena sarà alla nunziatura coi membri della Conferenza episcopale che è in Turchia.
Il primo dicembre, prima di partire, avrà un incontro con la comunità cattolica e celebrerà alle 9 la Messa nella cattedrale latina di Saint Esprit.
La comunità cattolica è composta da latini, armeno cattolici, siriani cattolici, caldei. La messa sarà perciò in francese, turco, armeno, caldeo, con letture in tedesco, italiano e inglese (rispecchiando la presenza delle varie comunità), con canti in armeno, aramaico-caldeo.
Il Papa, prima della Messa, benedirà (nel cortile della cattedrale), una statua fatta fare intorno al 1920 dal sultano e dalle istituzioni ottomane, in onore di Benedetto XV che parlò alle potenze europee in difesa dei prigionieri turchi, ed un’altra di Giovanni XXIII che fu qui delegato apostolico negli anni della seconda guerra mondiale, e fu (ed è ancora) molto amato dai turchi, dei quali scrisse nel suo diario «Io amo i turchi» e che questo popolo aveva da dare un suo contributo all’umanità. Qui saluterà anche il sindaco e altre autorità. Farà poi il suo ingresso nella cattedrale per la celebrazione con la comunità cattolica qui presente (sia proveniente da Istanbul che dalle diverse parti della Turchia).
La comunità cristiana è una piccolissima minoranza (lo 0,8 per cento, circa 100 mila persone su 72-75 milioni di abitanti). L’80 per cento dei cristiani appartiene alla Chiesa armena apostolica (ortodossi). I greci, dopo la loro emigrazione avvenuta coi fatti di Cipro, sono ora una piccola minoranza (circa 1.500).
I cattolici (latini, armeno cattolici, siro-cattolici e caldei, compresi gli iracheni qui rifugiati, i filippini e gli africani) non superano le 20 mila unità.