Vista com'è andata l'estate le scuole libanesi sono state costrette ad aggiungere delle speciali lezioni al programma curricolare. Ore preziose che di certo cattureranno l'attenzione dei ragazzi. Ne va della vita, o per lo meno della loro integrità fisica. Il tema è: come stare in guardia dalle bombe a grappolo sganciate dagli aerei israeliani. Disseminate sul suolo, sono in agguato per mutilare e uccidere.
Una delle questioni più dibattute alla fine della guerra estiva tra Libano e Israele riguarda certamente la liceità dell’impiego delle famigerate bombe a grappolo.
Secondo una stima delle Nazioni Unite, l’esercito israeliano avrebbe sganciato quattro milioni di simili ordigni. Almeno un milione dei quali giacerebbe ancora inesploso, con un conseguente grave pericolo per l’incolumità dei civili.
Organismi come le Nazioni Unite o Amnesty International hanno ravvisato nell’uso massiccio di questo tipo di armi una strategia che ha consapevolmente violato i diritti umani della popolazione libanese. Israele respinge queste accuse, ma il ministero della Difesa israeliano ha dichiarato, al termine di un’inchiesta interna, la volontà di limitare in futuro l’utilizzo di queste munizioni. Intanto, però, occorre affrontare il problema sul terreno.
Ecco perché, mentre le forze armate di diversi Paesi, tra cui l’Italia, contribuiscono a sminare i terreni bombardati, è stata anche organizzata una campagna di informazione sui rischi legati alle bombe a grappolo. Si comincia dalla scuola. In collaborazione con il ministero libanese dell’Istruzione, l’Unicef si è fatto carico di sviluppare apposite lezioni che prevedono il ricorso a cartoni animati e fotografie sui diversi tipi di ordigni disseminati sul territorio.
Alle lezioni partecipano anche le famiglie degli studenti, sia perché i ragazzi recepiscono meglio i suggerimenti degli educatori se i loro genitori si convincono della giustezza degli insegnamenti forniti, sia perché gli enti umanitari hanno ravvisato la necessità di recuperare moralmente gli alunni e i loro parenti colpiti dalla guerra. In questo senso le lezioni forniscono un ottimo pretesto. Per questa ragione gli insegnanti, molte volte volontari, sono adeguatamente formati per assistere gli allievi e gli adulti dal punto di vista psicologico.
Detto per inciso, il sistema scolastico libanese, specialmente nel sud del Paese, ha ricevuto gravi danni dal conflitto: cinquanta scuole sono andate completamente distrutte, trecento circa risultano gravemente danneggiate. Lo Stato libanese ha ricevuto, soprattutto dai Paesi arabi, aiuti economici per la riparazione immediata delle scuole che hanno subito meno danni, perché si ritiene che il ripristino della vita scolastica sia uno dei primi passi da compiere per ridonare una seppur parziale normalità alla popolazione, in particolar modo quella più giovane.