Arabesco siriano. Cristiani nel Medio Oriente inquieto
La Siria gode oggettivamente di una pessima fama. Nella recente guerra in Medio Oriente che ha contrapposto Israele e Hezbollah libanesi, Damasco è stata ripetutamente chiamata in causa per la sua politica pesantemente antisionista, per il sostegno dato al terrorismo internazionale (Hamas e Jihad in prima battuta) e per le sponde offerte alla politica delirante di Ahmadinejad, che dall’Iran si propone come capofila della rinascita (e della rivincita) musulmana in Medio Oriente.
Sconta poi il peso della ventennale occupazione del Libano e le incrostazioni di un regime autocratico (ma laico) che l’ha portata a schierarsi, negli anni della guerra fredda, su posizioni ben diverse da quelle dell’Occidente.
La Siria è un Paese difficile da decifrare, dove sta crescendo di fatto il peso dell’islam militante. Ma è soprattutto una delle culle del cristianesimo. Città come Aleppo e Damasco vantano vivaci comunità cristiane sia cattoliche sia ortodosse, appartenenti a svariati riti e tradizioni. Il milione e duecentomila cristiani del Paese costituiscono una risorsa per tutta la società siriana. La Custodia di Terra Santa è presente in questa regione (che richiama in maniera speciale la predicazione paolina) con parrocchie, opere sociali e santuari da oltre 700 anni. Un impegno al servizio dell’evangelizzazione e del dialogo (con le Chiese sorelle e con l’islam) che si inserisce in un tessuto ecclesiale variegato, ricco e dinamico. Ed è questo aspetto della società siriana che oggi val la pena sottolineare con forza.
dell’edizione di Terrasanta su carta)