Giaffa, la porta della Terra Santa
Per molti pellegrini Giaffa è la prima tappa dell’itinerario in Terra Santa, per altri invece è il luogo ideale in cui concludere il cammino. Una città di passaggio, come è stata da sempre, e che ancora oggi merita una visita.
Le sue origini sono avvolte nella leggenda: per i semiti fu la città di Jafet figlio di Noè, mentre i greci la attribuivano a Jous, figlia di Eolo. Nelle acque della baia, a poca distanza dalla costa, le onde si infrangono su alcuni scogli, dove secondo gli antichi fu incatenata la mitica Andromeda insidiata dal mostro marino e liberata da Perseo.
Giaffa è ricordata nell’Antico e nel Nuovo Testamento, quale porto in cui vennero sbarcati i cedri del Libano per la costruzione del Tempio di Salomone, il porto da cui salpò il profeta Giona verso Tarsis, la città dove san Pietro operò il miracolo della resurrezione di Tabita e dove, sulla terrazza di Simone il Conciatore che lo ospitava, ebbe la famosa visione che lo invitava ad accogliere i pagani nella Chiesa.
Si può visitare ancora oggi, vicino al faro, il luogo in cui secondo la tradizione sorgeva la casa di Simone il Conciatore e, appena fuori città, la tomba di Tabita resuscitata da Pietro a causa «delle buone opere e delle molte elemosine che faceva». Città portuale oggi assorbita da Tel Aviv, Giaffa custodisce gelosamente la sua storia nei vicoli della città vecchia: vi si accede dalla Torre dell’orologio, si prosegue tra viuzze pittoresche come il quartiere degli artisti, si segue il sentiero dell’oroscopo dove le vie recano i nomi dei segni zodiacali, si sale al kikar kedumim dove si può visitare la chiesa di San Pietro, realizzata in stile barocco sudamericano, le cui vetrate raccontano gli episodi avvenuti a Giaffa raccontati negli Atti degli Apostoli. Qui la piccola comunità francescana testimonia una presenza secolare a servizio di quanti approdavano in Terra Santa: al porto di Giaffa si recava il Guardiano del Monte Sion, per accogliere i pellegrini che qui potevano ricevere un primo ristoro.
Oggi a San Pietro si ritrovano i cristiani di origine latinoamericana, filippina, polacca, ebraica… che possono seguire la messa nella loro lingua. E qui, cullati dal rumore del mare, i pellegrini sostano per celebrare il loro arrivo o la loro partenza dalla Terra Santa.