(g.s.) – Adonis è lo pseudonimo di Ali Ahmad Said Esber, poeta e intellettuale arabo nato in Siria 76 anni fa e oggi residente a Parigi, dopo aver lavorato per anni a Beirut, in Libano, come docente e giornalista.
Da uomo ponte tra la cultura arabo-islamica in cui è nato e quella europea in cui vive, in Oceano nero Adonis riflette in queste pagine sul destino di questi due mondi in questa fase conflittuale della Storia.
Il libro entra nel vivo senza preamboli ed è come un dittico con 19 provocazioni raccolte in due grandi aree: L’Occidente «arabo» e Religiosità della politica, mondanità della religione. L’autore riflette su tecnologia, democrazia esportabile, guerra, velo islamico, religioni e potere, fuga di cervelli e altro ancora.
Qua e là saettano brevi aforismi se non versi poetici. Pensieri figli di un mondo che ha sperimentato lo scossone dell’11 settembre 2001 e cerca risposte nuove.
Le pagine sono percorse da una venatura antiamericana: degli Stati Uniti l’autore rifiuta un certo modello di Occidente imperialista.
Dalle riflessioni sui temi religiosi abbiamo scelto questi due brani:
«Se l’acclamazione del “risveglio religioso islamico” da parte di alcuni può essere parzialmente giustificata non possiamo però non renderci conto che questo “risveglio” presenta molti aspetti negativi sul piano umano-universale. Questo “risveglio”, fin dai suoi inizi talebani, a livello ideologico e di rapporti internazionali, ha fatto propri i piani del nuovo colonialismo, il predominio di natura imperialista che gli Stati Uniti d’America sia dal punto di vista politico sia da quello strategico (…) Questa accettazione, a sua volta, prelude al ritorno di qualcosa che in passato si è già rivelato una rovina e una vergogna per l’uomo: uccidere il proprio simile come un animale in nome di Dio e della religione. Un delitto che svuota la religione del suo significato, trasformandola in una forma d’azione barbarica. Così, invece di essere d’aiuto all’uomo per la costruzione di un mondo più libero e solidale, umanamente più profondo, la religione diventa al contrario fondamento di tutto ciò che guasta la vita dell’uomo, distorcendola e distruggendola. Non c’è da meravigliarsi dunque che l’Occidente americano abbia trovato in questo “risveglio” il pretesto per le sue guerre, per l’attuazione dei suoi piani, in un clima dove prevale “l’odore” della religione, specie dopo i fatti dell’11 settembre» (pp. 117s.).
«Mi è successo, una volta per caso e un’altra di proposito, di ascoltare alcuni fondamentalisti e salafiti islamici, spiegare l’Islam. Ogni volta mi sono sempre più convinto che c’è un “sapere” che uccide gli uomini, esattamente come il piombo» (p. 130).
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Adonis
Oceano nero
Guanda, Milano 2006
pp. 187 – 14,00 euro