I pellegrini ciclisti di Overland hanno ormai varcato il confine tra Giordania e Israele. Gerusalemme li attende a una manciata di chilometri, al termine di un'impegnativa salita di circa 1.200 metri di dislivello che inizia dalla depressione del Mar Morto. Dopo l'arrivo nella città santa, è prevista anche una visita a Betlemme.
Venerdi 25 aprile il gruppo dei ciclisti ha raggiunto le sponde del Mar Morto in Giordania e si avvia a concludere il pellegrinaggio con la salita a Gerusalemme. Rimane da attraversare il confine più difficile, quello fra Giordania e Israele e da affrontare la lunga salita di circa 1200 metri di dislivello che porta a Gerusalemme.
Dal diario degli ultimi giorni
Giovedì 24 agosto – Dal confine turco-siriano una lunga superstrada ci ha portato da Aleppo a Damasco, prima lungo la valle del fiume Oronte, poi su di un altopiano steppico. Anche la storia della Siria è legata a quella della diffusione del cristianesimo. Qui vi furono i primi martiri e i primi santi e furono edificate le prime chiese e i primi conventi di cui rimangono oggi straordinarie testimonianze. Abbiamo visitato in particolare a Maalula il monastero di San Sergio e di San Bacco, ambedue martiri per essersi rifiutati di perseguitare i cristiani dei quali avevano condiviso la fede. L’altare della chiesa, risalente al III secolo, è ancora oggi una pietra in antico utilizzata per i sacrifici di animali, in seguito proibiti. Qui i cristiani ortodossi venerano anche santa Tecla, discepola di san Paolo.
Venerdi 25 agosto – Dalla Siria siamo passati nel regno di Giordania dove il paesaggio ha assunto i connotati di deserto totale. Il nostro pellegrinaggio è qui entrato nel vivo del suo più profondo significato religioso facendo parte la Giordania della Terra Santa, la regione legata i modi diversi a tre delle più grandi religioni monoteistiche del mondo: l’ebraismo, il cristianesimo, l’islamismo. A Madaba, come i pellegrini medioevali, abbiamo preso visione della strada che ancora ci separava da Gerusalemme osservando il mosaico riproducente la mappa della Terrasanta. Dalla sommità del sovrastante Monte Nebo abbiamo osservato dall’alto, come Mosè, la valle del Giordano.
Un monumento ricorda il luogo dove si presume che la guida del popolo ebraico sia morto al termine dell’esodo. Sui ruderi di un tempio romano a partire dal IV secolo vennero costruite in tempi successivi dai primi cristiani bizantini ben quattro chiese ricche di mosaici, alle quali si accostò sul lato settentrionale un monastero. Il tutto è conservato all’interno di una nuova chiesa gestita dai francescani della Custodia di Terra Santa. Del tutto francescana è l’atmosfera di pace e di serenità che, nella calura temperata da un fresco vento, si gode dal panoramico piazzale punteggiato da ulivi, uno dei quali è stato piantato dal papa Paolo VI.