Si è concluso ieri a Mosca il vertice interreligioso promosso dal patriarcato ortodosso russo. Vi hanno preso parte 200 leader religiosi di vari Paesi. Tra gli altri anche il gran mufti di Siria, Ahmad Badr al-Din Hassoun, che ha ribadito la necessità che i leader religiosi del Medio Oriente favoriscano la pace e la giustizia impedendo la strumentalizzazione della religione per fini politici.
Si è concluso ieri a Mosca il vertice interreligioso promosso dal patriarcato ortodosso russo (e voluto fortemente dal metropolita Kirill di Smolensk, responsabile del dipartimento per gli Esteri della Chiesa russa). Al meeting hanno partecipato 200 leader religiosi provenienti da diverse Paesi del mondo.
Vi ha preso parte anche il gran mufti della Siria Ahmad Badr al-Din Hassoun, che nel suo intervento ha ribadito la necessità che i leader religiosi del Medio Oriente si impegnino per la pace e la giustizia, impedendo la strumentalizzazione della religione per fini politici.
Nel suo intervento all’appuntamento di Mosca il gran mufti ha toccato le questioni oggi sul tappeto in Medio Oriente: «I figli della Palestina, la culla del cristianesimo, vengono uccisi ogni giorno, come pure accade in Iraq. Il popolo palestinese e il popolo iracheno hanno la necessità che venga al più presto ristabilita la giustizia, per poter tornare a vivere in pace nel proprio Paese».
Dopo aver invitato gli altri rappresentanti religiosi intervenuti a presentare un documento comune contro la produzione e l’uso delle armi di distruzione di massa, Hassoun ha affermato che il popolo siriano è contrario ad ogni strumentalizzazione politica della religione e crede nella pacifica convivenza delle fedi.