Vittorio Dan Segre, profondo conoscitore del mondo medio orientale, interpreta la storia politica di Israele secondo un'ipotesi suggestiva. Quella della vocazione del popolo eletto alla fedeltà al sistema di valori del monoteismo e la conseguente proibizione ad allinearsi al paganesimo e all'idolatria del mondo.
Che ruolo ha il dato spirituale nella politica odierna dello Stato di Israele?
Vittorio Dan Segre, autorevole cofondatore del quotidiano Il Giornale e profondo conoscitore del mondo mediorientale, traccia un’analisi della storia politica di Israele secondo un’affascinante ipotesi interpretativa: quella che considera la vocazione del popolo eletto, espresso dalle Sacre Scritture, alla fedeltà al sistema di valori del monoteismo e la conseguente proibizione ad «aver parte con le altre nazioni», cioè ad allinearsi al paganesimo e all’idolatria del mondo.
L’obbedienza e la disobbedienza a questa vocazione ad essere popolo eletto hanno segnato le vicende della politica di Israele nella storia.
Il libro si articola in nove capitoli che prendono le mosse dal concetto di identità ebraica (cui è dedicata l’intera prima parte) per proseguire con uno sguardo approfondito sulla storia contemporanea e sulla cronaca dei nostri giorni.
Provocatorie le prime parole dell’Introduzione: «Non ho dubbi che fra mille anni gli ebrei esisteranno ancora come tali. Non ho dubbi che fra mille anni lo Stato di Israele attuale non esisterà più».
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Vittorio Dan Segre
Le metamorfosi di Israele
Utet, Torino 2006
pp. 222 – 18,00 euro