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I cavalieri della Tomba di Cristo

Michele Piccirillo
17 maggio 2006
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Pubblicata un'importante opera sull'Ordine equestre.


A Roma, presso Palazzo della Rovere, sede dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme, viene presentato il 30 maggio il volume Registrum Equitum SSmi Sepulchri D.N.J.C. (1561-1848). Manoscritti dell’Archivio Storico della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme, curato da padre Michele Piccirillo, archeologo ed esperto di palestinologia dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme.
L’opera documenta i rapporti secolari che legano l’Ordine equestre ai francescani di Terra Santa, custodi del santuario di Gerusalemme dal lontano 1333 grazie alla trattativa diplomatica condotta con il sultano d’Egitto al-Nasir Muhammad da parte di Roberto d’Angiò e Sancha di Maiorca, reali di Napoli. La pubblicazione (
Studium Biblicum FranciscanumCollectio Maior 46, Edizioni Custodia di Terra Santa, Jerusalem – Milano 2006) è stata resa possibile grazie al cardinale Carlo Furno, Gran Maestro dei Cavalieri. Pubblichiamo l’introduzione al volume.

I due registri pubblicati conservati nell’Archivio storico della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme (Registrum A – Registrum B) iniziano con l’anno 1561 e terminano nel 1848. La motivazione è stata scritta sulla copertina del Registrum B: «I nostri Padri non crearono più i Cavalieri perché venne il Patriarca e annesse a sé questa facoltà nel 1848».

Il 1561 è l’anno nel quale Papa Pio IV emanò la bolla con la quale confermava tutte le facoltà e i privilegi del Padre Custode di Terra Santa (1 agosto 1561), come avevano fatto prima di lui Papa Leone X il 4 maggio 1515, e Papa Clemente VII nel 1525. Tra i privilegi risulta l’investitura dei Cavalieri del Santo Sepolcro. Da pochi anni i frati abitavano nel convento di San Salvatore, ex convento georgiano della Colonna, dopo essere stati cacciati nel 1551 dal convento del Sion dove avevano abitato dal 1333. Nel 1847 Papa Pio IX aveva emanato la bolla Nulla Celebrior con la quale ripristinava a Gerusalemme il patriarcato latino dando al patriarca la facoltà di investire i Cavalieri. Era Custode di Terra Santa padre Bernardino Trionfetti che il 16 maggio 1848 creò Cavaliere il Patriarca Giuseppe Valerga. L’investitura fu registrata nel Registrum B che termina con tale  data.

Di fatto, l’investitura dei Cavalieri sulla Tomba di Cristo da parte del padre Custode di Terra Santa è attestata dal 1496 al tempo del padre Bartolomeo di Piacenza primo Magnus Ordinis S. Sepulchri Magister. Precedentemente,  abbiamo le testimonianze dei pellegrini che descrivono l’investitura a Gerusalemme sempre nella basilica del Santo Sepolcro.

Il primo ricordo dell’Ordine della Cavalleria del Santo Sepolcro si legge nella relazione di viaggio  del Cavaliere Guglielmo di Boldensel del 1336: «Dopo la Messa, io feci cavalieri due gentiluomini sul Sepolcro cingendo loro la spada e osservando le altre formalità che sono d’uso per ricevere l’Ordine della Cavalleria». Nel 1340 un documento del priorato spagnolo del Santo Sepolcro di Calatayud è firmato da Guglielmo cavaliere dell’Ordine del Santo Sepolcro. La Cronaca Anonima di Valenciennes (XIV-XV secolo) riporta che Guglielmo di Solre fu creato cavaliere nel Santo Sepolcro da Guglielmo II conte di Olanda e di Hainaut che egli aveva accompagnato a Gerusalemme nel 1343. Valdemar IV Atterdag re di Danimarca nel 1340, venne a Gerusalemme dove volle essere fatto cavaliere del Santo Sepolcro.

La relazione del martirio dei Santi Nicola Tavelich, Stefano da Cuneo, Pietro di Narbona e Deodato Aribert di Rodez, avvenuto a Gerusalemme l’11 novembre 1391, scritta lo stesso giorno da fra Gerardo Chauvet guardiano del convento francescano del Monte Sion, fu sottoscritta tra gli altri da Giovanni Barrile di Napoli, «fatto allora cavaliere del Santo Sepolcro con i suoi servitori» che si trovava a Gerusalemme.

Nel 1420 nella Cronaca de Leyde viene descritta l’investitura di Compar De Caumont avvenuta l’anno prima da parte del sacerdote celebrante alla presenza dei francescani che avevano preso dimora fissa all’interno del complesso del Santo Sepolcro nel 1348 al tempo del Sultano al-Mudhaffar. Nel testo si spiegano anche gli obblighi che si richiedevano all’aspirante Cavaliere. Del 1465 è l’attestato che padre francesco da Piacenza, vicario del guardiano del Monte Sion, consegnò a Giorgio Emerich di Görlitz venuto a Gerusalemme in espiazione di un atto di violenza, creato cavaliere sulla tomba di Cristo, dopo aver ricevuto il perdono delle sue azioni.

Un importante ruolo nelle investiture della seconda metà del XV secolo ebbe fra Giovanni di Prussia ricordato da fra Felix Fabri domenicano nella sua visita del 1480 e del 1483: «Questi possiede l’autorità propria del Papa e dell’Imperatore, e gode del favore dei principi della cristianità, nell’investire cavalieri i pellegrini che giungono al Santo Sepolcro»

Di fra Giovanni, fra Fabri dà una convinta testimonianza nella sua opera: «Insieme a noi entrarono anche i Frati del Monte Syon, tra i quali un uomo di ragguardevole spettabilità, di nome Giovanni di Prussia, Procuratore dei Frati del Monte Syon, di condizione secolare, in verità, ma "regolare" in quanto a stile di vita. Infatti per libera scelta veste l’abito di terziario francescano, pur non avendone fatto voto. Quest’uomo è di stirpe nobile, discende da una famiglia di conti, prussiano, di alta statura e dalla lunga barba, pieno di decoro nella sua veneranda canizie; è giunto a perfezione quell’uomo, forte di molte esperienze, esemplare  nei costumi, dotato di specchiata coscienza e timor di Dio. Posso innalzare queste lodi ad un uomo tanto probo, non perché ne ho sentito parlare, ma perché ne ho personale  e sicura conoscenza».

Probabilmente fra Giovanni è ricordato impropriamente con il titolo di guardiano nell’itinerario di Martin Ketzel (1476): «Il duca Albert de Saxe creò 72 cavalieri del S. Sepolcro e il Guardiano ne creò altri 31».

Nel 1480, anno del primo pellegrinaggio di fra Felix Fabri, Fra Giovanni viene chiamato «legato imperiale» da Santo Brasca: «In dicto Sancto Sepulchro forno facti Cavalieri aurati sette pellegrini da uno legato imperiale, con grandissima solennità, devozione et riverentia».

Lo stesso pellegrino ricorda che il Padre Guardiano del Monte Sion, al tempo padre Giovanni de Thomacellis rilasciò la patente  scritta in latino nella quale si attestava che il neo cavaliere «sul Santissimo Sepolcro del Signore fu insignito e solennemente fregiato del cingolo militare».

Nel 1483 Bernardo di Breydenbach, canonico di Mainz, ricorda come dopo aver trascorso la notte nel Santo Sepolcro, all’alba del 16 luglio, «diversi dei nostri pellegrini nobili presero l’ordine della cavalleria osservando le cerimonie e i riti stabiliti, in modo secreto perché gli infedeli non li permettono. Acquistarono così la dignità cavalleresca. Terminate queste cerimonie, i Frati Minori celebrano la Messa nel Sepolcro del Signore».

Un’altra interessante testimonianza è del sacerdote Pietro da Casola che nel 1494 aiutò a riempiere i formulari dei Cavalieri investiti durante il suo pellegrinaggio: «Siccome mancava un segretario, io scrissi diverse lettere che certificavano che erano stati creati cavalieri al Santo Sepolcro, conforme al modello che mi diede il guardiano (dei Frati Minori) e io sigillai le lettere».

Dalle ricerche condotte da J.-P. De Gennes, (Les Chevaliers du Saint Sépulchre de Jérusalem, vol. I, ed. Herault, 1995, p. 175 ss.) risulta che tra il 1348 e 1496 (data del riconoscimento ecclesiastico alla pratica attestata in precedenza) furono creati 653 cavalieri (20 per il XIV secolo e 633 per il XV secolo).

Il testo in latino del rito dell’investitura da parte del Padre Custode di Terra Santa ci è stato conservato da Padre Tommaso Obicini da Novara nella Forma Instituendi, seu ordinandi Milites (Cerimonia di investitura o di ordine dei Cavalieri), ripubblicata integralmente con la traduzione italiana a fronte ad inizio del volume. Foto del testo e trascrizione a fronte che è stato seguito anche per la pubblicazione dei registri dando così modo al lettore di controllare di persona il documento. Un indice onomastico curato dallo studioso Giuseppe Ligato faciliterà la consultazione. Tra i nomi, con i Custodi e i frati benemeriti di Terra Santa come padre Bonifacio da Ragusa, padre Francesco Quaresmi, padre Faustino da Tuscolano, padre Mariano da Maleo, fra Elzeario Horn, padre Andrea da Montoro, il lettore troverà i pellegrini scrittori Kotovicius, Aquilanus da Rocchetta, Chateaubriand, lo storico delle Crociate Michaud, il professore Nepomuceno Sepp, il principe Massimiliano di Baviera e tanti altri membri delle famiglie reali d’Europa. (…)

La pubblicazione vuole essere un passo importante per uno studio ancora in corso di approfondimento su una nobile istituzione benefica che ha le sue origini nell’amore comune al Santo Sepolcro e alle comunità  cristiane della Terra Santa che lega i Frati Minori ai Cavalieri del Santo Sepolcro ai quali questo lavoro è dedicato.

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