Come di consueto, in occasione della Pasqua il patriarca latino di Gerusalemme mons. Michel Sabbah ha diramato un messaggio rivolto a tutte le comunità cristiane. Dopo aver richiamato l'importanza di celebrare il trionfo di Cristo sulla morte e la necessità evangelica dell'amore tra i fratelli, il patriarca getta uno sguardo alla realtà sociale e politica della Terra Santa, esortando a ripartire «da nuovi principi», abbandonando la prospettiva della violenza e del terrorismo. Lavorando insieme per la giustizia e la pace: «Voi che uccidete, smettete di uccidere, voi che odiate smettete di odiare. Voi che occupate la terra, ridatela ai proprietari. L'amore e la fiducia sono più efficaci per riacquistare la libertà perduta, la sicurezza persa e l'indipendenza desiderata». Il testo integrale del messaggio.
Come di consueto, in occasione della Pasqua il patriarca latino di Gerusalemme mons. Michel Sabbah ha diramato un messaggio rivolto a tutte le comunità cristiane. Dopo aver richiamato l’importanza di celebrare il trionfo di Cristo sulla morte e la necessità evangelica dell’amore tra i fratelli, il patriarca getta uno sguardo alla realtà sociale e politica della Terra Santa, esortando a ripartire «da nuovi principi», abbandonando la prospettiva della violenza e del terrorismo. Lavorando insieme per la giustizia e la pace: «Voi che uccidete, smettete di uccidere, voi che odiate smettete di odiare. Voi che occupate la terra, ridatela ai proprietari. L’amore e la fiducia sono più efficaci per riacquistare la libertà perduta, la sicurezza persa e l’indipendenza desiderata». Ecco il testo integrale del messaggio.
Felice e santa festa di Pasqua
1. Ogni festa ci porta a riflettere sul senso della nostra fede. Rinnova il nostro coraggio per fronteggiare le sfide della vita, privata e pubblica, e tutte le difficoltà che ci si presentano in tutti i paesi della nostra diocesi : Giordania, Palestina, Israele e Cipro. Ci invita a rinnovare la nostra fede in Dio e la fiducia in noi stessi, per contribuire meglio all’edificazione della nostra società, nella quale siamo chiamati a portare amore per tutti, senza distinzione di sorta e al di là di ogni barriera confessionale o nazionale. Cristo risorto, il trionfo sulla morte, il ritorno alla vita, tutto questo ci dice prima che Dio è tra gli uomini. “E’ venuto ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14); quindi che “Egli è amore” (1 Gv 4,8); e, terzo, che ci ha resi capaci di amare come lui: “Egli ci ha fatto dono del suo Spirito”, dice san Giovanni. “Se noi ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi”
(1Gv 4,13.12). Per la sua morte e la sua resurrezione, Gesù ha fatto di noi una creatura nuova e un Uomo Nuovo “nella giustizia,nella santità e nella verità”
(Ef 4,23-24): Ci ha colmati del suo Spirito e “il frutto dello Spirito, ci dice san Paolo,”è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5 22 ).
2. La nostra vita quotidiana sembra essere ben lontana da questa visione del Dio-con-noi, del suo amore per tutti e dei frutti dello Spirito in noi. Nella nostra vita di ogni giorno, può sembrarci che la vita dello Spirito, che genera l’amore, la gioia e la pace, sia un progetto impossibile, soprattutto nella nostra terra Santa, in balìa da anni e anni ormai all’odio, al rifiuto reciproco e alla morte. E l’operato dei capi come la vita degli individui e dei gruppi non fanno che svilupparsi secondo questa logica. Occorre uccidere per sopravvivere. Occorre uccidere perché si è ucciso. Occorre odiare perché si ha paura o perché si è oppressi. Ecco i criteri di governo e di vita in una terra santa, una terra di Resurrezione, una terra nella quale Dio ha parlato e nella quale le tre religioni dicono di credere in Dio e di essere in ascolto della sua parola.
3. Nonostante questa dura realtà, dobbiamo proclamare e ripetere che la terra ove Dio ha parlato, in cui ha fatto conoscere il suo amore per tutti gli uomini, può restare terra della Parola di Dio, e non soltanto la terra della parola degli uomini che sostituisce quella di Dio con atteggiamenti di morte e di odio. Bisogna credere nella nostra capacità di amare, noi tutti, israeliani e palestinesi. Noi siamo capaci di amare e di far giustizia per noi stessi e per gli altri. Bisogna ripartire da nuovi principi, da una nuova visione della vita in questa terra Santa. Noi siamo capaci di liberarci dalla morte che finora ci è stata imposta. Noi, israeliani e palestinesi, siamo capaci di liberarci dalla paura nata nella violenza e nel terrorismo, dall’occupazione imposta dalla legge del più forte, e dalla logica della morte e dell’odio. Voi che uccidete, smettete di uccidere, voi che odiate smettete di odiare. Voi che occupate la terra, ridatela ai proprietari. L’amore e la fiducia sono più efficaci per riacquistare la libertà perduta, la sicurezza persa e l’indipendenza desiderata. Certo, questo linguaggio è estraneo a tutti coloro che nelle loro mani detengono il potere. Ma pure a voi, governanti, diciamo: Voi che non credete a questo linguaggio, anche voi siete capaci di amare, di vivere e di trasformare in termini di vita e di pace i rapporti tra i due popoli in questa terra santa.
4. Fratelli e sorelle che celebrate la Resurrezione del Signore nella nostra diocesi e nel mondo intero, a voi auguriamo una felice e santa festa di Pasqua. A tutti gli abitanti di questa Terra Santa, cristiani, ebrei, musulmani e drusi, auguriamo tutte le benedizioni del Signore. A voi ebrei, che in questi giorni celebrate la vostra Pasqua, auguriamo che la festa sia fonte di benedizione, di amore e di giustizia per voi e per tutti gli abitanti della Terra Santa.
Il profeta Isaia dice : “Ecco, un re regnerà secondo la giustizia e i principi governeranno secondo il diritto” (Is 32,1). Auguriamoci che questa profezia possa realizzarsi nella nostra terra. Al momento “i messaggeri di pace piangono amaramente” (Is 33,7), come dice ancora Isaia. Noi preghiamo e speriamo che i nostri capi possano lasciarsi guidare da nuove visioni e da un nuovo coraggio capaci di cambiare la faccia della terra e possano colmare gli spiriti e i cuori di sicurezza, di giustizia e di tranquillità.
Felice e santa festa di Pasqua.
+ Michel Sabbah, patriarca
Gerusalemme, 11 aprile 2004