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Mondo X al Tabor

Giuseppe Caffulli
6 aprile 2006
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L'associazione per il recupero dei tossicodipendenti fondata da padre Eligio negli anni Sessanta aprirà due nuovi centri in Israele e nei Territori palestinesi. Su invito della Custodia di Terra Santa.


Mentre parla ti guarda fisso negli occhi e muove le mani in aria come per tracciare percorsi. Padre Eligio, frate minore, animo da poeta e passione indefettibile per l’uomo, nasce tra i campi di Bisentrate (nel comune di Pozzuolo Martesana, provincia di Milano) il 17 luglio 1931. «Ricordo il profumo delle margherite, delle viole, del fieno. I papaveri rossi, il sapore delle ortiche, il vento, le nuvole, le notti», ama raccontare a chi lo ascolta.

Fondatore di Mondo X («un’utopia nata tra le ciminiere di Milano nel 1960»), una delle associazioni che è per prime si sono mosse in Italia per il recupero dei tossicodipendenti,  all’alba dei settantacinque anni ha accettato di raccogliere una nuova sfida: un progetto realizzato in collaborazione con la Custodia di Terra Santa per offrire una risposta ai problemi di droga in Israele e nei Territori palestinesi.

«La piaga sociale della tossicodipendenza è particolarmente grave a Gerusalemme e in Terra Santa». La denuncia arriva dal padre Custode Pierbattista Pizzaballa, che spiega: «Da recenti statistiche risulta che il 20 per cento dei giovani arabi tra i 16 e i 25 anni fa uso di droghe pesanti. Una percentuale altissima». E allora, quale risposta offrire?

«Nel corso di una giornata-convegno sulla Terra Santa presso l’Angelicum di Milano, nell’ottobre-novembre 2004, presente il padre generale dei Frati minori e il padre Custode, nacque l’idea di invitare Mondo X in Terra Santa per occuparsi del recupero dei tossicodipendenti, un problema molto sentito in Israele e nei territori sotto il controllo dell’Anp», dice padre Eligio. Che si illumina: «La proposta del padre Custode è stata quella di utilizzare alcune strutture della Custodia al Monte Tabor e ad Emmaus, due luoghi particolarmente cari ai cristiani di tutte le latitudini».

Sul Tabor e a Emmaus, sorgeranno insomma le due (prime) comunità di Mondo X in Terra Santa. Padre Eligio ci vede un disegno della Provvidenza, un surplus di senso dato ad un impegno che dura ormai da 45 anni: «Il Tabor per noi diventa un emblema. Ci siamo sempre occupati della difesa dell’uomo come tale. Al Tabor l’umanità viene trasfigurata. È l’esaltazione del nostro sogno: l’uomo distrutto e considerato feccia diventa luminoso, redento, gioioso. La vita vale dunque la pena di essere vissuta come dono. E anche Emmaus ci parla: Cristo accompagna i discepoli, e si rivela loro. Per molti ragazzi in difficoltà riconoscere Cristo che si fa viandante e si mette in cammino con gli uomini è la chiave per ripartire, per riprendere a vivere».

Il progetto per il recupero dei tossicodipendenti, presentato il 21 gennaio a Milano, presente il padre Custode, prevede un comodato delle strutture della Custodia per un periodo di nove anni. «Abbiamo avuto l’approvazione del nostro progetto anche da un’assemblea dei frati di Terra Santa,  perché vogliamo essere accolti… E il consenso è stato caloroso». La comunità per il Monte Tabor si sta già formando. L’équipe degli educatori sarà costituita da una dozzina di persone e sarà operativa entro l’inizio dell’estate.

«Contiamo di essere una presenza che rianimi il Tabor – racconta ancora padre Eligio -; un luogo che deve tornare ad essere un paradiso, un’oasi di  verde e di spiritualità dove rinfrancarsi».

Prima di congedarci, padre Eligio confida il suo sogno: «Oltre a impostare il lavoro di recupero con i tossicodipendenti, vogliamo sviluppare anche servizi d’accoglienza per i pellegrini. Le nostre comunità si autofinanziano con il lavoro e con l’offerta di servizi di accoglienza. In giro per l’Italia sono molti i luoghi che rispondono a questa vocazione.

Il mio sogno è di creare anche in Israele, al Tabor, un’oasi di pace e di dialogo tra le varie componenti della società. Sul Monte della Trasfigurazione anche israeliani e palestinesi possono trovare, più vicino all’Assoluto, una strada di comprensione. A partire da un clima di amicizia e di convivialità».

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