Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

L’olio di padre Gianni

Chiara Tamagno
7 aprile 2006
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In Terra Santa un progetto equo-solidale per ricordare don Fornero, prete operaio. Non un'iniziativa di beneficenza, ma lavoro. Nel rispetto della dignità degli abitanti di Zababdeh.


A Zababdeh, villaggio della Samaria tra Nablus e Jenin, a 30 chilometri da Nazareth, vivono circa tremila persone, tra cui moltissimi giovani. È una zona bellissima, distesa tra colline assolate punteggiate di ulivi… Si contano circa 70 mila alberi e l’attività principale, tramandata da generazioni, è la raccolta delle olive e la produzione di olio. Qui ogni famiglia possiede i suoi ulivi e spesso il lavoro è retribuito in olio. La qualità del prodotto è eccellente e contribuisce a sostenere il primato della Palestina quale maggior esportatore di olio per i Paesi limitrofi, soprattutto Giordania, Siria ed Egitto.

Un’attività vivace, che a Zababdeh raggiunge anche quantità notevoli: ogni anno si raccolgono oltre 200 tonnellate di olive e si producono circa 50 mila litri di olio. Fin qui è una bella storia, in cui la generosità della natura si combina con una tradizione di lavoro antica, premiata dagli scambi con il mondo circostante.

Ma l’anno 2000, con lo scoppio della seconda Intifada, segna la fine di questa armonia e porta presto conseguenze di­ sastrose per l’economia del villaggio. Isolata dai posti di blocco, fortemente  limitata negli spostamenti o costretta a lunghi percorsi alternativi (spesso del tutto proibiti), la gente della regione di Zababdeh non può più distribuire l’unica sua fonte di reddito. I barili di olio restano bloccati nei frantoi, invenduti, mentre gli abitanti dell’intera regione non hanno di che vivere. È il crollo dell’economia e del sostentamento di più di cinquecento famiglie!

Una situazione drammatica che ha mosso una rete di solidarietà in Italia: alla segnalazione del patriarcato latino di Gerusalemme, hanno risposto l’Ufficio piemontese per la Pastorale sociale e del lavoro e la Caritas del Piemonte, dando vita a un progetto per la di­ stribuzione dell’olio di Zababdeh. Al villaggio è nato un Centro di sviluppo agricolo per il confezionamento dell’olio e di altri prodotti alimentari: il Centro modernamente attrezzato porta il nome di «Padre Gianni», a ricordo di don Gianni Fornero, prete operaio della diocesi di Torino scomparso il 4 giugno 2004. Un nome che ricorda l’impegno di una vita spesa a servizio dei lavoratori in difficoltà. Il progetto di Zababdeh incarna quelli che furono gli obiettivi sempre sostenuti da don Gianni: la formazione di giovani e adulti consapevoli delle sfide del proprio tempo, militanti e testimoni credibili della novità perenne del Vangelo. Dunque non un’iniziativa di beneficenza, ma un aiuto concreto affinché la gente del villaggio possa continuare a lavorare.

Il progetto piemontese si è sviluppato in tempi brevi e nella stagione olearia 2004/2005 ha permesso l’esportazione in Italia di 10.200 bottiglie di olio, che rappresentano il 25 per cento della produzione. L’ importazione, curata dalla cooperativa «Liberitutti» di Torino, conta sulla rete distributiva delle parrocchie, delle associazioni, degli enti privati e pubblici sensibili alla promozione del lavoro. Finora sono circa 200 gli agricoltori della regione di Zababdeh coinvolti nell’iniziativa e hanno visto così uno sbocco concreto della propria attività. Il contributo richiesto per una bottiglia di olio della Terra Santa è di 8 euro e rappresenta il costo effettivo: il 40 per cento viene destinato agli agricoltori, il 35 per cento alla cooperativa dell’imbottigliamento, il 25 per cento per costi e tasse di trasporto.

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