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Fascino e spiritualità dell’Oriente cristiano

Giorgio Vigna
10 aprile 2006
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Fascino e spiritualità dell’Oriente cristiano

Un cristiano con una spiritualità profonda sostenuta da una solida teologia. È così che amiamo considerare Olivier Clément (85 anni), docente di teologia morale a Parigi e maestro di vita per molti laici che come lui vivono il quotidiano. Il lettore interessato a un quadro dell'ortodossia potrà gustare nel presente libretto i molteplici colori e soprattutto i profumi tipici dello straordinario patrimonio dell'Oriente cristiano.


Un cristiano con una spiritualità profonda sostenuta da una solida teologia. Con questo biglietto desideriamo presentare Olivier Clément (85 anni), docente di teologia morale a Parigi e maestro di vita per molti laici che come lui vivono il quotidiano. Il lettore interessato ad un quadro dell’ortodossia potrà gustare nel presente libretto i molteplici colori e soprattutto i profumi tipici dello straordinario patrimonio dell’Oriente cristiano.

Dal ceppo originario della Chiesa primitiva alla fioritura (pur macchiata spesso da tragici eventi) nel tempo e nello spazio, i Padri, i santi monaci e iconografi hanno accompagnato lo sviluppo teologico e spirituale dell’Ortodossia, passando per i concili ecumenici del IV-V sec. e lo scisma con l’Occidente (1054), dalla caduta di Costantinopoli (1453) fino all’ampio oggi geografico. È il panorama storico dell’ortodossia (I cap.).

Il successivo cap. II sviluppa i «Fondamenti teologici», presentati non attraverso i dogmi («definizioni fatte a malincuore», p. 37), ma nel contesto della storia dell’abbassamento di Dio (il Filantropo) e dell’innalzamento dell’uomo (chiamato a diventare Dio), dalla creazione fino alla parusia (apocatàstasi). Questa storia dunque, in quanto cammino di unione della divinità e dell’umanità, non può che essere segnata dal trionfo della risurrezione del Cristo, preannunciata nello splendore del Tabor. Ancora in questa stessa storia, la chiesa, «manifestazione velata del corpo glorioso» di Cristo (p. 45), vive la sua dimensione «profondamente pentecostale» (p. 49), per cui il cristiano può essere chiamato – con sant’Atanasio – «pneumatoforo» (p. 50).  Il tema della Chiesa è ripreso nel III capitolo. Come già detto, essa è il «corpo di Cristo», in quanto tale partecipa della Trinità e in qualche modo «coincide con il ‘mistero centrale’ che la costituisce: l’eucaristia» (p. 72).

Il capitolo IV inizia con il tema della liturgia, «fede vissuta nella Chiesa» (p. 97), «esperienza prolettica del regno» (p. 100). L’anno liturgico, composto di tre cicli, trova la sua centralità nella Settimana Santa, il cui apogeo è la Pasqua. Il capitolo conclude con cenni alla spiritualità ortodossa, anch’essa profondamente cristica. Siccome esiste una sola spiritualità, quella monastica, ogni fedele è chiamato a partecipare a questa spiritualità (p. 123). Ai monaci si deve il grande insegnamento della preghiera, che trova il suo nerbo nella «preghiera di Gesù».

Clément non si smentisce. Immancabili infatti il fascino e lo stupore trasmessi al lettore anche con questo suo saggio. Pur in modo conciso, i grandi temi della teologia ortodossa sono affrontati puntualmente, senza mai trascurarne l’afflato dello Spirito. La forte attrazione dei cattolici verso la tradizione cristiana d’Oriente è molto spesso basata su una conoscenza superficiale. Grazie alle frequenti citazioni dei testi della tradizione cristiana d’Oriente, possiamo superare la soglia dell’emotività per entrare nel mondo del reale. Un nutrimento solido per la mente e per il cuore ci aspetta.

Olivier Clément
La Chiesa ortodossa
Queriniana, Brescia 2005
pp. 152 – 11,50 euro

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