Le scuole alternative dei bambini di Terra Santa
C’è un modo concreto ed efficace per fare strada alla pace: coinvolgere nei progetti gli stessi beneficiari. È la linea scelta da un’associazione italiana che da alcuni anni realizza progetti educativi in Terra Santa: si chiama Vento di Terra, fondata nel 2006 ma i cui membri già dal 2003 operavano a servizio della popolazione palestinese nei campi profughi.
Il loro «modello di intervento in Palestina – spiegano i responsabili – si basa sulla necessità di costruire reti dal basso, relazioni forti e consolidate con i soggetti attivi nella comunità locale, primi ed essenziali motori di un possibile cambiamento». Due progetti in particolare hanno riscosso successo e visibilità sui media in Terra Santa e all’estero. La loro «scuola delle gomme» per i beduini della tribù jahalin (vicino a Gerico) sta diventando un richiamo anche per i pellegrini che vogliono conoscere da vicino le sfide di questa terra. È stata la risposta geniale all’esigenza dei beduini che avevano bisogno di una scuola ma ai quali l’amministrazione israeliana vieta di costruire case in muratura. Gli architetti di Vento di Terra hanno studiato l’ambiente, le risorse, i vincoli di legge e hanno trovato una soluzione efficace: muri realizzati riempiendo di fango vecchi pneumatici.
Un’impresa che ha visto coinvolti i bambini e gli adulti del villaggio, prima nel recupero delle gomme dismesse in varie discariche poi nel lavoro con il fango. Nonostante la diffidenza dei vecchi del villaggio, la scuola delle gomme in pochi mesi è stata ultimata, anche grazie all’apporto di tanti volontari. Ma l’attività di Vento di Terra per i beduini non si ferma qui: è in corso la realizzazione della «scuola di bambù» nel villaggio di Wadi Abu Hindi, per ristrutturare una vecchia struttura, tutta in lamiera, dove i bambini beduini si assiepavano in un ambiente torrido e soffocante. Da qualche mese sono al lavoro architetti, volontari e soprattutto i padri degli scolari beduini.