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In Egitto una nuova commissione per sanare le chiese

Alessandra Bajec
1 marzo 2017
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In Egitto una nuova commissione per sanare le chiese
Chiese e minareti, anche in Egitto la coabitazione è difficile.

I cittadini cristiani sono perplessi sulla commissione istituita dal governo egiziano per sanare le irregolarità di chiese ed edifici ecclesiastici costruiti senza licenza. Le ragioni di un fenomeno diffuso.


A fine gennaio, il primo ministro egiziano ha reso pubblica la decisione di formare una Commissione governativa che punta a ‘’legalizzare’’ lo status di chiese ed edifici di culto cristiani fatti costruire prima dell’approvazione della nuova legge che disciplina la materia dal 30 agosto 2016. La Commissione valuterà le domande di regolarizzazione che saranno presentate per gli edifici ecclesiastici e gli immobili delle diverse Chiese cristiane costruiti negli ultimi anni.

Perché per tanti anni molte chiese sono state edificate senza licenza? Mina Magdy, coordinatore e portavoce del Movimento Giovanile Maspero, ne spiega le ragioni: in molti piccoli centri o villaggi, soprattutto nell’Alto Egitto, la concentrazione di gruppi salafiti o islamisti radicali minaccia la possibilità di avere luoghi di culto cristiani. Le autorità egiziane non sono propense a rilasciare permessi di costruzione di chiese perché, sostengono, ciò accenderebbe tensioni tra cristiani e musulmani data l’intolleranza dei salafiti. Di conseguenza, in molti casi si procede a passi prudenti facendo prima costruire uno stabile con la funzione di accogliere una congregazione, che poi viene gradualmente convertito in una chiesa previa approvazione da parte delle forze di sicurezza e polizia. In aggiunta, la presenza di fanatici religiosi tra i funzionari del ministero dell’Interno, dipendenti pubblici e organismi di sicurezza è d’ostacolo al rilascio di licenze per l’edificazione di chiese.

A rendere il tutto ancora più difficile, prima dell’entrata in vigore della nuova legge approvata lo scorso agosto, le chiese dovevano essere autorizzate direttamente dal presidente della repubblica. Risultato: negli ultimi 30 anni, a detta di Magdy, numerosi immobili, non omologati per uso religioso, sono stati eretti e adibiti ad edifici ecclesiastici senza autorizzazione.

In alcuni casi, queste chiese sono state soggette ad azione legale o parziale demolizione per via del loro status ‘’illegale’’.

Secondo le stime di vari istituti di ricerca, vi sono attualmente circa 3.000 chiese in Egitto. Papa Tawadros II, il patriarca della Chiesa copto-ortodossa, ha indicato l’anno scorso che i cristiani copti rappresentano all’incirca il 16 per cento della popolazione egiziana.

Il coordinatore di Maspero si dice critico circa la formazione della nuova Commissione che dovrebbe adeguare le chiese d’Egitto a norma di legge. A farne parte, tra gli altri, sono funzionari dei ministeri dell’Interno e della Difesa, rappresentanti dell’intelligence e delle forze di sicurezza. «Le nostre chiese sono forse una minaccia per la società se a gestirne la regolarizzazione è una commissione che comprende rappresentanti della sicurezza?», si interroga l’attivista cristiano che definisce ‘’inadatta’’ la composizione del nuovo organismo.

Desta qualche perplessità la futura gestione della questione da parte degli apparati governativi. A inizio febbraio, parlando all’Agenzia Fides, anba Kamal Fahim Awad Hanna, vescovo copto cattolico di Minya, osservava: «Ci chiediamo come mai non siano state coinvolte nei lavori della Commissione le istituzioni civili e sociali locali, che conoscono la realtà delle diverse situazioni nelle singole regioni.»

Per Magdy, la formazione della Commissione rispecchia il vecchio approccio: «Lo stesso modo di pensare di quando le forze di sicurezza, per evitare animosità tra musulmani e cristiani, non rilasciavano permessi».

La legge sulla costruzione delle chiese ratificata dal presidente el-Sisi lo scorso settembre non è stata ben accolta dal Movimento Giovanile Maspero e dalle organizzazioni per i diritti civili. Il portavoce di Maspero precisa che, in svariate occasioni, il gruppo si è detto contrario a una legge mirata specificamente alle chiese: «Volevamo una legge che regolasse la costruzione di tutti i luoghi di culto, non solo delle chiese».

Quanto alle aspettative riguardo la neo-costituita Commissione, alcuni cristiani esprimono speranza, molti altri incredulità.

Intanto, i rappresentanti delle varie Chiese cristiane dovranno fornire alla Commissione, entro il prossimo settembre, la lista degli stabili ecclesiastici per valutarne la conformità alle norme che regolano la costruzione di edifici pubblici e privati, e procedere alla loro eventuale regolarizzazione.

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