Ogni venerdì sera, poche decine di minuti prima che cali il sole, una sirena suona in numerose città d’Israele. Già conosciamo il concerto delle campane o il canto del muezzin, ma cos’è la sirena di Shabbat? È uno dei pochi segnali sonori che chiamano gli ebrei alla preghiera.
Già dal venerdì mattina gli israeliani si augurano a vicenda Shabbat shalom!, espressione che potremmo tradurre con «Un sereno Shabbat!» o, più semplicemente, «Buon Shabbat!». Passano le ore e poco prima del crepuscolo suona, per un minuto circa, la sirena che avverte dell’imminente ingresso nello Shabbat.
Come ogni altro giorno, per gli ebrei il sabato incomincia la sera della vigilia, quando il sole scompare dietro l’orizzonte, e termina all’inizio della notte di sabato, quando le prime tre stelle brillano nel cielo ormai buio. Rispettare i precetti relativi a questo giorno di riposo e preghiera è obbligatorio nel giudaismo. Durante lo Shabbat ci si astiene da qualunque attività alienante, tra cui il lavoro, per ritrovarsi in famiglia, condividere i pasti e pregare.
L’ora del tramonto varia di settimana in settimana. Un avviso sonoro è quindi un’idea molto pratica per facilitare a chiunque il rispetto dell’orario d’ingresso nello Shabbat. La sirena ha un suono tipico, facile da cogliere solo per chi già la conosce. È decisamente meno potente delle sirene degli allarmi antiaerei, che avvertono gli israeliani di imminenti minacce belliche. A farla risuonare sono le comunità o le sinagoghe, soprattutto quelle dei quartieri ortodossi. Lo Stato e le municipalità hanno il diritto di vigilare per scongiurare eventuali abusi.
Nella Città Santa di Gerusalemme la consuetudine vuole che la sirena suoni 40 minuti prima dell’inizio di Shabbat. Nel resto di Israele i minuti sono 20. Una volta che la sirena ha suonato, la donna di casa accende due candele. Entrambe alludono alla luce dei comandamenti divini, da ricordare ed osservare. Bisogna far presto: è espressamente vietato accendere o spegnere una fiamma per tutta la durata dello Shabbat, salvo che in caso di pericolo per la vita umana.
La sirena evita che l’ebreo osservante infranga i divieti che inibiscono numerose azioni (essenzialmente sono interdette le attività agricole, domestiche, di tessitura, cucitura, filatura, di accensione e spegnimento del fuoco, di preparazione dei cibi, di trasporto di oggetti dalla propria casa all’esterno e viceversa, di viaggio oltre una certa distanza e di commercio – ndr). Essa offre quindi la certezza di non contravvenire accidentalmente alla legge giudaica, magari perché si pensa che Shabbat non sia ancora iniziato. Il breve arco di tempo che fa da cuscinetto tra il suono della sirena e il tramonto permette, d’altra parte, di porsi nello stato d’animo giusto per il giorno sacro.
La sirena non è l’unico mezzo utilizzato per avvertire i fedeli: al mercato di Mahane Yehuda, nei quartieri occidentali di Gerusalemme, un ebreo ortodosso a un certo momento del venerdì pomeriggio passa tra le bancarelle suonando un corno. È il segnale ai commercianti che è ora di chiudere bottega.
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Grazie a Gabriel Abensour per aver voluto rispondere alle molte curiosità di Terrasanta.net.