Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Un’amicizia lunga trent’anni

Paolo Pieraccini *
24 maggio 2016
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Un’amicizia lunga trent’anni
Fra Girolamo Golubovich ofm

Un nuovo tomo della Biblioteca Bio-bibliografica della Terra Santa e dell’Oriente cristiano documenta l'attività di fra Girolamo Golubovich. E i suoi rapporti con Paul Sabatier.


Girolamo Golubovich (1865-1941) vestì l’abito religioso nella Custodia di Terra Santa il 24 settembre 1881. Ordinato sacerdote il 18 giugno 1888 fu inviato a Cipro, dove ebbe modo di mostrare la sua foga nel combattere i «nemici della Chiesa», il suo difficile carattere e una rara attitudine per la ricerca storica. La qualità scientifica dei suoi primi saggi fu frutto della sua passione e del suo impegno di autodidatta, oltre che della qualità dell’insegnamento impartito all’epoca nelle scuole della Custodia. Le sue violente prediche contro la massoneria a Larnaca – che gli fruttarono gravi e ripetute minacce –, offrirono al custode Giacomo Ghezzi l’occasione per trasferirlo ad Aleppo.

Contemporaneamente (novembre 1893), mentre questo oscuro e problematico frate subiva il primo di una lunga serie di spostamenti di sede, Paul Sabatier (1858-1928) pubblicava la Vie de S. François d’Assise. L’autore avanzò diverse teorie dirompenti, non ultima quella secondo la quale le aspirazioni riformistiche del Santo assisano erano state ricondotte dal papato nel tradizionale alveo delle istituzioni ecclesiastiche. Egli presentava Francesco come un riformista autenticamente evangelico, un contestatore delle gerarchie cattoliche romane in nome del cristianesimo primitivo. La Chiesa, a suo dire, aveva finito per snaturare l’ideale francescano, facendogli perdere gran parte dei suoi caratteri originari. Roma aveva promosso la fondazione dell’Ordine minoritico quando Francesco era ancora in vita, per inquadrarne e strumentalizzarne gli ideali al fine di contenerne le potenzialità eversive. Il Santo – convinto che la Chiesa fosse stata «infedele alla sua missione» – ne aveva cercato il risveglio in nome «dell’ideale evangelico». La Civiltà Cattolica, nel recensire il volume, condannò la «gravità e l’assurdità» dei giudizi espressi da Sabatier. La rivista non poteva accettare un Francesco «vittima della potenza e dell’astuzia della Chiesa», che aveva fatto perdere in pochi anni al «moto francescano […] pressoché tutto il carattere originale». Considerando quel libro un’«ingiuria alla Chiesa cattolica e al Santo», essa invitava caldamente a non leggerlo. L’8 giugno 1894 la Santa Sede andò ben oltre, decidendo la messa all’indice del volume.

Tanta ostilità può essere meglio compresa alla luce delle divisioni che stavano investendo il mondo cattolico in merito al rinnovamento delle scienze religiose e alla necessità di adeguarle alla cultura scientifica del tempo. Il dibattito verteva tra l’altro sulla liceità di applicare il metodo storico-critico ad ambiti come la storia del cristianesimo e l’esegesi biblica. Le nuove tendenze in questi ambiti fecero presto breccia anche tra i frati Minori. Nell’ultimo decennio dell’Ottocento, infatti, era progressivamente cresciuto il numero di giovani frati desiderosi di introdurre i moderni metodi di analisi storica all’interno dei rispettivi chiostri. Fu perciò inevitabile che l’opera di Paul Sabatier – che quegli stessi metodi aveva applicato allo studio della vita del fondatore del loro Ordine – finisse per esercitare su molti di loro un irresistibile ascendente.

Golubovich è da annoverare tra questa categoria di studiosi. Egli, nei cinque anni trascorsi dal suo trasferimento in Aleppo, grazie alla sensibilità del nuovo custode Aurelio Briante, era riuscito a trovare una collocazione più idonea alla sua indole. Nel giugno 1895 era stato di nuovo inviato a Cipro. Subito aveva ripreso ad accapigliarsi con i confratelli. Padre Briante – desideroso di mettere a frutto le sue qualità intellettuali eliminando al contempo dall’isola un elemento di non lieve disturbo – nel giugno 1896 decise di chiamarlo a Gerusalemme, per affidargli il compito di redigere la cronaca della Custodia. Questa tardiva scoperta del talento di Golubovich costituisce il primo di una serie di eventi – tutti legati al suo esuberante e disinvolto carattere – che gli permisero di divenire col tempo il più importante storiografo della Terra Santa e delle missioni francescane in Oriente.

Nell’aprile 1898 Golubovich fu inviato all’Esposizione nazionale di Torino, per illustrare l’opera missionaria della Custodia e presentare l’importante volume che aveva redatto in merito. Nelle settimane successive poté tra l’altro entrare in contatto con Paul Sabatier. Questi gli fece omaggio dello studio critico sullo Speculum perfectionis che aveva appena pubblicato. Golubovich gli rispose subito, esprimendo la sua riconoscenza: «col più vivo affetto io La ringrazio pel dono prezioso […], un[ito] alla gentilissima lettera; l’uno e l’altra resteran ricordi imperituri al mio cuore della più squisita gentilezza Vostra e dell’affetto particolare ch’Ella porta per gli umili figli di S. Francesco, la cui storia Lei sopra ogni altro illustrò. La stima e la riconoscenza dell’Ordine intero è con Lei, e da Dio Le invoco ogni bene». Terminò annunciando allo storico protestante di aver inviato tutte le sue opere su san Francesco alla biblioteca francescana di Gerusalemme. Aggiunse anche – particolare non irrilevante – che esse «erano tanto desiderate» dai frati di Terra Santa.

Nel luglio 1899 Briante permise a Golubovich di effettuare una lunga ricerca nelle biblioteche d’Europa. Terminatala padre Girolamo pubblicò altri due importanti volumi e, soprattutto, ideò una collana di documenti – la Biblioteca bio-bibliografica della Terra Santa e dell’Oriente francescano – per realizzare la quale in Custodia decisero di farlo rimanere in Italia. Il 13 marzo 1904, a dimostrazione della reputazione di studioso nel frattempo acquisita, Golubovich fu ammesso al Collegio francescano S. Bonaventura, situato nel sobborgo fiorentino di Quaracchi. In meno di due anni Golubovich vi pubblicò il primo volume della Biblioteca (1906), nel quale avanzò tra l’altro nuove teorie sul soggiorno di Francesco in Oriente. Coi documenti inediti che presentò cercò di dimostrare che uno dei principali scopi del viaggio del Santo era il pellegrinaggio ai Luoghi Santi e che, nonostante innumerevoli difficoltà, esso era riuscito a realizzare l’importante obiettivo. Le ragioni del lungo indugiare di Golubovich sugli antichi documenti per conferire una solida base scientifica al pellegrinaggio in Terra Santa, padre Girolamo le svelò proprio a Sabatier. Alcuni preziosi documenti che chiese in merito allo studioso protestante gli servirono a sollevare il «velo tenebroso» che copriva i primi passi dei frati Minori in Palestina e a conferire una «base storica» ancor più solida alla loro presenza in Terra Santa. L’opera fu accolta dal generale plauso degli studiosi. Tra le numerose lettere di felicitazione, particolarmente gratificante fu proprio quella di Paul Sabatier.

Nel frattempo, nel periodo compreso tra l’inizio delle ricerche di Golubovich in Italia (1898) e la pubblicazione del primo volume della sua Biblioteca (1906), si era intensificato il dibattito storiografico e filologico attorno all’interpretazione delle antiche fonti sulla figura di san Francesco e sui primordi dell’Ordine, conosciuto come «questione francescana». L’attività scientifica alla quale lo scrittore protestante si era dedicato dopo aver dato alla luce la sua Vie aveva avuto l’effetto di moltiplicare il dibattito e le ricerche storiche sul francescanesimo. Anche l’Ordine dei frati Minori volle parteciparvi da par suo, fondando una rivista di studi storici francescani affidandone la direzione a padre Girolamo (10 gennaio 1907). Questi volle aprire il primo fascicolo del periodico con un articolo del suo confratello Teofilo Domenichelli, contenente toni fortemente pro-sabateriani. L’opposizione della Curia generalizia e di gran parte degli altri collaboratori del periodico costrinsero Golubovich a eliminare l’articolo. Egli avvertì l’evento come una sconfessione del suo operato di direttore. D’altra parte, avrebbe dovuto aspettarselo. Lui stesso, dopo aver enunciato la necessità di fondare il nuovo periodico per opporsi alle nuove teorie storiografiche sabateriane, aveva scelto di inaugurarlo con un articolo che sposava alcune delle tesi più care allo studioso protestante. I crescenti dissapori tra lui, il ministro generale e alcuni degli studiosi che dirigevano il Collegio S. Bonaventura indussero il focoso padre Girolamo a dimettersi.

Il ministro generale, ansioso di allontanare Golubovich dal clima di grave intimidazione che si respirava in Italia, gli ingiunse di trascorrere lunghe vacanze fuori dalla Penisola, per poi recarsi a far ricerca nelle più importanti biblioteche d’Europa. Era stata da poco emanata l’enciclica Pascendi dominici gregis, che aveva condannato il movimento modernista definendolo «la sintesi di tutte le eresie» (8 settembre 1907). Le scomuniche, gli allontanamenti dalle cattedre e i trasferimenti di sede di ecclesiastici e di religiosi ritenuti sospetti dalla gerarchie vaticane si moltiplicavano. Nonostante ciò, Golubovich continuò a tergiversare, giungendo perfino ad accusare un’improvvisa grave «indisposizione». Egli aveva accettato malvolentieri l’ordine di allontanarsi da Firenze, che aveva subito imparato ad amare perché dotata di eccellenti biblioteche e di un fertile mondo intellettuale che lo vezzeggiava solleticando non poco la sua vanità. A queste motivazioni di fondo se ne aggiunse un’altra: il desiderio di potersi di nuovo confidare con Paul Sabatier. All’inizio di maggio lo storico protestante era transitato per Firenze verso la consueta meta di Assisi e non aveva mancato, come altre volte, di fermarsi a discorrere di francescanesimo con Golubovich.

Il religioso si risolse a lasciare Firenze a metà giugno 1908, per farvi ritorno un anno e mezzo dopo. Nel dicembre 1910 Sabatier era impaziente di ricevere sue notizie. Egli, però, non era in condizione di rispondere con la lunga lettera desiderata, dato che stava terminando di redigere il suo secondo volume della Biblioteca. Nella «foga del lavoro» ebbe appena il tempo di fargli sapere come, tutte le volte che andava a Quaracchi, le lunghe discussioni coi confratelli vertessero invariabilmente sul desiderio di vederlo quanto prima dare «alla luce lavori di polso come sa fare solo Lui fra mille francescanofili».

Sabatier si rifece vivo solo un anno e mezzo dopo, a causa di seri problemi di salute. Si era appena rimesso al lavoro «con ardore». Aveva fatto nuove interessanti scoperte ed acquisito importanti documenti.

Il 16 febbraio e il 5 aprile del 1913 i due si incontrarono di nuovo a Firenze, stavolta al convento di Ognissanti, dove Golubovich si era nel frattempo trasferito. Sabatier promise che avrebbe molto volentieri assistito alla messa del mattino celebrata da padre Girolamo nella chiesa di Ognissanti, attigua al locale convento dove si era nel frattempo trasferito. Questi era l’unico a sapere dell’arrivo a Firenze dello storico protestante, il quale ricorse a padre Girolamo per tornare a consultare la copia dello Speculum Perfectionis conservata nell’archivio del convento.

I due studiosi riuscirono a corrispondere anche nel corso dei primi sei mesi di guerra. Poi i contatti ripresero all’inizio del 1918, quando Sabatier scrisse che «si struggeva» di tornare a scambiare quanto prima idee sui reciproci progetti di studio con Golubovich. Questi, dal canto suo, sperava che l’amico stesse «ultimando il suo monumentale lavoro su S. Francesco». Il fitto scambio di lettere dei restanti mesi del 1918 fu dedicato soprattutto alle preoccupazioni di Sabatier per la ripresa della pubblicazione dell’Archivum. Egli espresse la speranza che l’Ordine si sarebbe rivolto innanzitutto a padre Girolamo per risollevare le sorti del periodico. Golubovich dovette deluderlo rispetto a questo auspicio, tranquillizzandolo al contempo sulle capacità del frate nominato alla direzione del periodico. Risolto questo problema, i temi principali delle lettere successive furono l’incarico di docenza ottenuto da Sabatier alla Facoltà teologica protestante di Strasburgo e gli ottimi rapporti da lui instaurati con le istituzioni cattoliche locali, in particolare con la diocesi, i francescani e il corpo docente della facoltà teologica cattolica. Nell’ottobre 1921 la salute di Sabatier peggiorò di nuovo. Solo a fine estate 1922 iniziò a conoscere un «miglioramento modesto ma costante». L’altro argomento di questi anni fu l’avanzamento dell’attività per la pubblicazione di altri due volumi della Biblioteca bio-bibliografica, il terzo e il quarto, usciti rispettivamente nel 1919 e nel 1923. Sabatier li definì «lavori eroici». Però non si lasciò più andare alle lodi sperticate con le quali aveva accolto i due precedenti (1906 e 1913), forse perché gli ultimi trattavano di periodi storici per lui meno interessanti (gli anni 1300-1332 e 1333-1345).

Nel febbraio 1923 Golubovich si scusò per non aver potuto corrispondere ai desideri dell’amico, il quale avrebbe desiderato da lui lettere meno stringate. Padre Girolamo era «sempre occupato», avendo da tempo «sotto i torchi non uno, ma quattro volumi, e perciò […] distratto e impedito di scrivere quando vorrebbe». Però pensava sempre allo storico protestante. Teneva la sua immagine sul tavolo della scrivania e ogni giorno pregava per la sua “salute” e per la sua «felicità».

Sabatier poté rivedere Golubovich a Firenze nel corso del suo viaggio d’andata verso Assisi dell’estate 1926. L’accoglienza «così fraterna» che aveva ricevuto l’aveva «fortemente emozionato e riempito di riconoscenza». Al ritorno, però, l’incontro tra i due fu molto più breve. Lo stato di salute dello storico protestante era di nuovo peggiorato, tanto da costringerlo a rimanere a lungo nel suo letto d’albergo. Ritornato in Francia, Sabatier inviò a Golubovich i suoi ultimi studi. Padre Girolamo volle ringraziarlo per il «dono preziosissimo»: «Oggi io posseggo quasi tutte le Sue immortali pubblicazioni, e ne sono felicissimo. Lei sa quanto noi francescani Le vogliamo bene, e quanto tutti Le desiderano e augurano ogni felicità e lunghi anni ancora di vita letteraria feconda nel campo francescano».

Le preghiere di Golubovich non sortirono l’effetto sperato. Sabatier sarebbe morto di lì a pochi mesi (4 marzo 1928). Padre Girolamo continuò invece a produrre importanti studi di francescanesimo per altri tredici anni, di pari passo con un’intensa opera pastorale e, soprattutto, di beneficenza, effettuata sollecitando ingenti offerte presso la nobiltà fiorentina e altre personalità altolocate di sua conoscenza. Morì il 9 gennaio 1941 nella sua «diletta Firenze».

* Ufficio storico della Custodia di Terra Santa

 


 

Diario di un francescano vulcanico e irrequieto

Con il volume Padre Girolamo Golubovich (1865-1941) L’attività scientifica, il Diario e altri documenti inediti trattidall’archivio personale (1898-1941) riprende l’ambizioso progetto scientifico della «Biblioteca bio-bibliografica della Terra Santa e dell’Oriente francescano», prestigiosa collana inaugurata nel 1906 da padre Girolamo Golubovich ofm (1865-1941) e da lui diretta fino alla morte. Il libro è dedicato proprio al fondatore e ne contiene il Diario e altri scritti rinvenuti negli archivi del Centro Francescano di Studi Cristiani Orientali del Cairo: documenti preziosi che rendono conto di un periodo di grandi cambiamenti per la Terra Santa. Una delle sezioni più interessanti del Diario è quella contenente gli scambi epistolari con Ernesto Schiaparelli, il famoso archeologo e filantropo, e con vari politici e diplomatici italiani per la rivendicazione dei Luoghi Santi nel primo dopoguerra (molti gli spunti inediti in merito alla rivendicazione italiana del Cenacolo). Il Diario contiene anche diverse sue azzeccate previsioni su delicate questioni politico-diplomatiche: che lo status quo nei Luoghi Santi non sarebbe più mutato; che le frange più estreme del sionismo avrebbero cercato di impossessarsi dei Luoghi Santi ebraici controllati dai musulmani.

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