Da Aleppo - la più importante città siriana insieme con la capitale Damasco – ci giunge la testimonianza diretta dei frati minori della Custodia di Terra Santa che ieri mattina si trovavano a poche decine di metri dal campus universitario devastato da esplosioni che hanno stroncato la vita di almeno 87 persone.
(Milano/g.s.) – Da Aleppo – la più importante città siriana insieme con la capitale Damasco – ci giunge la testimonianza diretta dei frati minori della Custodia di Terra Santa che ieri mattina si trovavano a poche decine di metri dal campus universitario devastato da esplosioni che hanno stroncato la vita di almeno 87 persone.
I frati erano stati invitati da mons. Giuseppe Nazzaro – il vescovo latino, già Custode di Terra Santa, che sul finire del 2002 fu nominato vicario apostolico di Aleppo – a raccogliersi insieme nella nuova cattedrale, consacrata esattamente due anni fa. L’edificio sorge accanto alla residenza del vicario, nelle immediate vicinanze dell’università.
«All’una esatta – raccontano i religiosi francescani – abbiamo sentito una grande esplosione, subito seguita da una pioggia di pietre e polvere. Pochi minuti dopo un’altra forte esplosione, entrambe distanti non più di cento metri dall’episcopio, in un bivio che porta al vescovado, al convento delle carmelitane e alla casa dello studente. Le vetrate della chiesa e dell’episcopio sono andate in frantumi. Tutt’intorno volavano pietre e schegge di vetro. Una studentessa che pregava in chiesa è stata colpita da un scheggia alla spalla».
Continua la testimonianza oculare: «Il vicino ricovero, servito dalle suore indiane di Madre Teresa di Calcutta, ha tutti i vetri rotti e i serbatoi d’acqua danneggiati. Fortunatamente una sola anziana ospite è stata ferita leggermente. La situazione piu grave è nella casa “Gesù operaio” delle suore Dorotee, che sono le più vicine al luogo delle esplosioni. Purtroppo suor Rima Nasri, una religiosa che stava rincasando in quel momento, sembra sia stata colpita in pieno e da ieri abbiamo perso le sue tracce». Fin qui il racconto dei frati.
Tanto il governo di Damasco quanto gli insorti in armi si rimpallano le responsabilità dell’eccidio, che ha causato anche almeno 160 feriti. Secondo le fonti governative il massacro sarebbe stato causato da un atto terroristico dei ribelli (messo a segno con un’autobomba o l’impiego di missili). Gli oppositori di Assad parlano invece degli esiti di un bombardamento delle forze armate regolari.
Le agenzie internazionali riferiscono che il campus universitario oltre agli studenti ospiterebbe anche circa 30 mila sfollati.
Questa mattina sono avvenute esplosioni anche nella città di Idlib, non lontana dalla frontiera con la Turchia nel nord-ovest della Siria, hanno causato almeno 24 morti.