La visita dell’emiro del Qatar nella Striscia di Gaza tra interrogativi e contrasti
La visita dell’emiro del Qatar nella Striscia di Gaza governata da Hamas la settimana scorsa ha suscitato numerosi interrogativi riguardo agli interessi strategici e politici dell’emirato. Con la sua iniziativa, lo sceicco Hamad bin Khalifa Al Thani è diventato il primo capo di Stato a recarsi a Gaza da quando Hamas ne ha assunto il controllo nel 2007.
(Milano/e.p.) – La visita dell’emiro del Qatar nella Striscia di Gaza governata da Hamas la settimana scorsa ha suscitato numerosi interrogativi riguardo agli interessi strategici e politici dell’emirato.
Con la sua iniziativa, lo sceicco Hamad bin Khalifa Al Thani è diventato il primo capo di Stato a recarsi a Gaza da quando Hamas ne ha assunto il controllo nel 2007. La ragione ufficiale del viaggio era la consegna di aiuti finanziari pari a 400 milioni di dollari da impiegare in progetti nei comparti dell’edilizia, della sanità e delle infrastrutture. Interventi destinati a risanare le ferite inflitte al territorio dalla campagna militare israeliana Piombo fuso, a cavallo tra fine 2008 e inizi 2009.
Ma con una visita di profilo così alto, l’emiro ha tributato un riconoscimento politico senza precedenti al movimento islamista, irritando non solo Israele.
Il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp), Mahmoud Abbas ha inviato un messaggio irritato al leader politico qatariota, sostenendo che la visita non fa che approfondire la frattura tra i palestinesi, incoraggiando Hamas a proclamare l’indipendenza della Striscia. L’Anp ha tollerato la decisione dell’emiro, ma non nasconde la preoccupazione che altri uomini di Stato possano seguirne le orme rendendo più arduo di quanto già non sia il riavvicinamento tra Fatah e Hamas. A Ramallah, la città della Cisgiordania che ospita il quartier generale dell’Autorità, c’è nervosismo anche per i fondi che arrivano ad Hamas, fornendogli un’importante spinta economica, in un momento in cui invece l’Anp, in crisi finanziaria, fatica a pagare gli stipendi degli impiegati pubblici.
Anche l’Iran non ha apprezzato il viaggio dell’emiro e lo ha guardato con sospetto. Il sovrano del Qatar cercava da tempo un punto d’appoggio nei Territori palestinesi e potrebbe sfruttare la presa di distanze espressa da Hamas negli ultimi mesi rispetto all’alleato siriano. Se così fosse, il Qatar potrebbe anche cercare di allontanare i falchi di Hamas anche dal regime iraniano, storico avversario del Qatar e degli altri Stati a guida sunnita, i quali a loro volta cercano di arginare l’influenza degli sciiti iraniani nella regione.
Israele ha denunciato la visita dell’emiro, considerandola «più che strana», dal momento che Hamas è internazionalmente considerato un gruppo terrorista. Un portavoce del ministero degli Esteri israeliano, citato da Ap, avrebbe detto che la visita è come buttare «la pace sotto un autobus».
Ma il Qatar insiste nell’auspicio che la visita dell’emiro possa contribuire a rafforzare la pace. Hamas nel frattempo dichiara che non ha in animo di tagliare i ponti con l’Iran, e il Qatar non ha condizionato i suoi aiuti a questa eventualità.
Da tempo l’emirato sta usando le proprie ricche risorse energetiche per accrescere la propria influenza nella regione e proporsi come una presenza pacificatrice. Durante la sua visita, l’emiro avrebbe esortato Hamas a riconciliarsi con Mahmoud Abbas e con Fatah (sembra che l’emiro sperasse di essere accompagnato a Gaza dal presidente palestinese incassando però un rifiuto). Secondo una fonte anonima della Striscia, citata anonimamente da Ap Al Thani, vorrebbe che Hamas facesse tutto il possibile per evitare azioni violente contro Israele. In ogni caso il Qatar ha chiarito che i suoi fondi non finiranno nei forzieri di Hamas.
Ma gli sforzi dell’emiro potrebbero essere frustrati. L’incremento del numero di lanci missilistici contro il territorio israeliano – inclusi gli 11 razzi lanciati la scorsa notte – dimostrano come alcune componenti di Hamas non siano pronte a perseguire la pace o a recidere i legami con Teheran. Se gli attacchi dovessero continuare, il Qatar potrebbe ricredersi e revocare gli aiuti promessi. In tal caso sarebbe come se la visita dell’emiro non fosse mai avvenuta.