Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia
Il congedo dagli anziani di Efeso è fatto di lacrime, raccomandazioni e abbracci. Nella certezza che affidarsi allo Spirito farà concludere la corsa in Cristo.

L’addio di Paolo, servo dello Spirito

suor Chiara Miriam
29 luglio 2009
email whatsapp whatsapp facebook twitter versione stampabile
L’addio di Paolo, servo dello Spirito
Maestro de Soriguerola, Pala d'altare con i santi Pietro e Paolo (dettaglio: san Paolo), museo diocesano di Vich (Catalogna, Spagna).

Siamo giunti all’ultima tappa del nostro itinerario. La spiaggia di Mileto è anche uno degli ultimi approdi di Paolo in Medio Oriente, la sosta cercata di un viaggio che lo porterà prima a Gerusalemme e poi, dopo due anni circa, definitivamente lontano dalla terra di Gesù.

Una doppia cornice di lacrime racchiude quello che è considerato il testamento pastorale di Paolo, quasi un contenitore fatto di umanità, affetti, passione, che custodisce freschi e vivi la vicenda, il servizio, la missione dell’apostolo che ci ha accompagnato lungo questo anno a lui dedicato. Mentre prendiamo congedo da San Paolo, è lui a rivolgerci parole di commiato. Ci sentiamo un po’ come gli anziani di Efeso convocati per un discorso di addio, pur sapendo che rimaniamo affidati alla parola della grazia di Dio, della quale possiamo ogni giorno fare tesoro.

Una cornice di lacrime, dicevamo… quelle di Paolo, versate per le insidie, lacrime che hanno irrigato il suo umile e instancabile servizio, lacrime sparse notte e giorno per ammonire gli anziani di Efeso. Anch’essi piangono per la partenza di Paolo, perché sanno che non rivedranno più il suo volto. Lontano dal rivelare una caratteristica imbarazzante per l’uomo, le lacrime sono per Paolo la prova di una partecipazione effettiva ed affettiva, di un coinvolgimento serio con i destinatari del suo appassionato servizio apostolico, segno di relazioni profonde e vere generate dalla Parola. «Paolo lascia una comunità amata e vive il profondo senso dell’addio» (F. Brovelli). Quanto tempo è passato da quando Saulo, dopo l’incontro decisivo con il Signore Gesù, andava e veniva in Gerusalemme, predicando apertamente nel nome di Lui! Ora Gerusalemme, città simbolo dove Gesù è stato crocifisso, attende Paolo con una missione decisiva: avviarlo al compimento, affinché possa portare a «termine la corsa e il servizio che gli fu affidato dal Signore Gesù, di rendere testimonianza al Vangelo della grazia di Dio» (Atti 20, 24). Questa Buona Notizia di Gesù si è scritta ormai profondamente nella carne di Paolo, nella sua vicenda di discepolo e apostolo e ora è la sua stessa vita che la proclama. Nulla ferma Paolo: non la certezza di catene e tribolazioni, non le lacrime e i volti di coloro che egli ha condotto alla fede, non la preoccupazione per quello che sarà delle sue Chiese dopo di lui.

Paolo ha da portare a termine la sua corsa straordinaria, anzi la corsa della parola di Gesù proprio nella sua vita e nella sua morte. Questo è il compito di ogni discepolo: portare a compimento nella grazia dello Spirito ciò per cui è stato salvato, chiamato e inviato. Lo scriveva già Paolo dando un senso luminoso alle sue prove.

Passato, presente e futuro si dispiegano nelle parole di addio di Paolo, con una consapevolezza franca e lucida di ciò che è stato, di quello che anche ora lo costringe, docile allo Spirito Santo, di ciò che lo attende, per la fedeltà alla testimonianza di Gesù.

Da questo saluto coinvolgente e commovente che Paolo rivolge ai pastori della Chiesa di Efeso raccogliamo anche per noi alcune consegne: coltivare la consapevolezza umile e profonda di sé, del proprio servizio e delle esigenze e orizzonti che comporta testimoniare il Vangelo della grazia di Dio; vigilare su se stessi e custodire i fratelli per non smarrirsi o disgregarsi, per continuare nella fiducia ad essere quel piccolo gregge amato dal Padre; vivere la beatitudine della gratuità, come la chiama il card. Carlo Maria Martini, come creature fatte a immagine di quel Dio che è dedizione: «Si è più beati nel dare che nel ricevere!».

(L’autrice è claustrale tra le clarisse del monastero di Santa Chiara, a Milano)

Come ricevere l'Eco

Il tabloid Eco di Terrasanta viene spedito ogni due mesi a tutti coloro che sono interessati ai Luoghi Santi e che inviano un’offerta, o fanno una donazione, a favore delle opere della Custodia di Terra Santa tramite la nostra Fondazione.

Maggiori informazioni
Sfoglia l'Eco

Se non hai mai avuto modo di leggere Eco di Terrasanta, ti diamo la possibilità di sfogliare un numero del 2024.
Buona lettura!

Clicca qui
Sostienici

Terrasanta.net conta anche sul tuo aiuto

Dona ora
Newsletter

Ricevi i nostri aggiornamenti

Iscriviti
Abbecedario della Shoah
Anna Maria Foli

Abbecedario della Shoah

Le parole per capire e non dimenticare
Il Giubileo ad Assisi 2025
Enrico Impalà

Il Giubileo ad Assisi 2025

Guida al pellegrinaggio
Il Giubileo a Roma 2025
Roberta Russo

Il Giubileo a Roma 2025

Guida al pellegrinaggio
Grande storia dei Giubilei
Anna Maria Foli

Grande storia dei Giubilei

Dalle antiche origini ebraiche a oggi