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Il parroco di Gaza: il Papa ci ha dato molta gioia

13/05/2009  |  Betlemme
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Il parroco di Gaza: il Papa ci ha dato molta gioia
Padre Manuel Musallam in mezzo ai suoi giovani a Gaza City.

«Per noi è un grande dono. Un enorme incoraggiamento. Sapere che il Papa ci ha nel suo cuore, che tutta la Chiesa ci sostiene, è una gioia che non si può descrivere». Padre Jorge Hernandez, sacerdote argentino del Verbo incarnato, parroco di Gaza da poco più di un mese, non riesce a contenere l'entusiasmo. Il Papa, sia nell'incontro di questa mattina con il presidente Abu Mazen, sia durante la celebrazione eucaristica, ha più volte ricordato il dramma di Gaza e manifestato il suo cordoglio per le famiglie vittime della guerra. La situazione attuale a Gaza è ancora di grande sofferenza e padre Jorge non perde l'occasione per ringraziare i tantissimi benefattori.


Alla fine non stava più nella pelle per la gioia. «Per noi è un grande dono. Un enorme incoraggiamento. Sapere che il Papa ci ha nel suo cuore, che tutta la Chiesa ci sostiene, è una gioia che non si può descrivere». Padre Jorge Hernandez, sacerdote argentino del Verbo incarnato, parroco di Gaza da poco più di un mese, non riesce a contenere l’entusiasmo. Un’eccitazione che non gli fa sentire neppure il caldo del sole di mezzogiorno. «Sono certo che il viaggio di ritorno a Gaza sarà meno faticoso», dice sorridendo.

Il Papa, sia nell’incontro di questa mattina con il presidente Abu Mazen, sia durante la celebrazione eucaristica, ha più volte ricordato il dramma di Gaza e ha manifestato il suo cordoglio per le famiglie vittime della guerra. «Non potevamo aspettarci di più. Anche per tutti coloro che sono rimasti a Gaza e non hanno potuto venire fin qui, si tratta di un incoraggiamento straordinario a perseverare nella fede», dice il religioso.

La vicenda dei permessi promessi (e in parte negati) ai cristiani di Gaza era stata riportata proprio da Terrasanta.net lunedì scorso. «La nostra parrocchia – spiega padre Jorge – aveva chiesto 250 permessi. Lunedì non ne avevamo ancora nessuno. Poi ho saputo che ne sono stati concessi un centinaio, ma qui a Betlemme sono arrivati solo 48 di cristiani da Gaza. Non solo i cattolici della mia parrocchia, ma anche ortodossi. Una piccola rappresentanza che comunque porterà nel cuore questo seme di gioia e di speranza lasciatoci dal Santo Padre».

Per il manipolo di cristiani di Gaza si tratta di un doppio regalo, ancora più gradito. Come per tutti i cristiani del Territori, anche per loro la prassi prevede permessi per Betlemme e Gerusalemme in occasione del Natale e della Pasqua. Ovviamente, in virtù dell’operazione militare di gennaio, tutti i permessi sono stati aboliti. E così questi 48 cristiani sono gli unici, almeno da un anno a questa parte, ad essere arrivati nella città della Stella.

La situazione attuale a Gaza è ancora di grande sofferenza. E padre Jorge non perde l’occasione per ringraziare i tantissimi benefattori da tutto il mondo che tramite la Chiesa e le organizzazioni umanitarie mandano aiuti alla popolazione di Gaza. «Voglio assicurare i benefattori che tutto va a buon fine e che personalmente mi occupo di destinare gli aiuti alle famiglie più bisognose. In una situazione dove non c’è lavoro e non si vede una prospettiva per il futuro, molte famiglie sopravvivono proprio grazie agli aiuti che arrivano dall’estero».

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